Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

Note di regia di "Gladiatori di Roma"


Note di regia di
Non ho alcuna difficoltà a confidarvi che Gladiatori di Roma sia il progetto più impegnativo e al tempo stesso uno dei più stimolanti della storia della Rainbow.

Fin dalla nascita di Rainbow CGI, la società del gruppo Rainbow dedicata allo sviluppo dei prodotti cinematografici, avevo in mente di realizzare un lungometraggio con un’idea forte alla base, capace di superare i confini del Paese in cui sono nato, e arrivare a tutti.

Solo dopo i successi dei due film delle Winx, che hanno permesso al nostro team di fare grossi passi in avanti in termini tecnici e artistici, mi sono convinto che avevamo finalmente raggiunto l’esperienza e le capacità necessarie per realizzare Gladiatori di Roma.

Una delle sfide maggiori di questo progetto è stata quella di trovare il quid giusto. Volevo rappresentare l’antica Roma come un periodo interessante, coinvolgente e soprattutto sempre attuale. Per questo motivo, ho pensato ai Gladiatori fin dal primo momento.

Infatti, al contrario di quanto si pensa comunemente, i Gladiatori erano delle vere e proprie star dell’epoca, con schiere di fan scatenati al loro seguito, un po' come succede al giorno d’oggi per gli idoli sportivi o per gli attori dello star system internazionale. Per sottolineare questo concetto nel film, ho voluto dar vita a personaggi a tutto tondo, assolutamente lontani dalla perfezione idealizzata dei combattenti visti nei film storici che trattano questo stesso argomento.

I miei Gladiatori sono uomini veri, molto spesso impacciati e maldestri, e proprio per questo ancora più capaci di fare breccia nel cuore dell’audience. A partire da Timo, il protagonista assoluto di questo film, gladiatore non per vocazione ma per necessità.
Rappresenta il tipico adolescente indolente, che non ha chiari obiettivi nella propria vita, che si lascia andare, convinto che tutto ciò che deve fare vada oltre le proprie possibilità.
Almeno finché non incontra nuovamente l’amore della sua giovinezza, la dolcissima Lucilla. E allora qualcosa si riaccende in lui: la scintilla che lo spinge a migliorarsi, a cambiare, a diventare un vero gladiatore. A diventare un uomo.

Forse proprio sotto questo aspetto Gladiatori di Roma differisce dagli altri lungometraggi in CGI finora visti al cinema. In questo film tutti i personaggi principali sono alla costante ricerca di loro stessi, intraprendono massacranti allenamenti, compiono scelte coraggiose in una rocambolesca sequenza di vicende molto divertenti che esaltano i loro limiti, i loro difetti. Limiti che dobbiamo accettare e superare, per poter migliorare. Difetti in cui tutti possono più o meno rivedersi.

Emblematica è la vicenda di Timo che, da goffo imbranato qual era, grazie alla sua profonda spinta emotiva e all’aiuto della bellissima allenatrice Diana, riuscirà nell’arduo compito di trasformarsi. Ma è una vera trasformazione? Oppure Timo semplicemente inizia a conoscere se stesso? Ecco un altro dei temi del film. Diana rappresenta l’esatto opposto di Timo: bella, sicura di sé, severa, letale nei combattimenti. E proprio giocando sugli opposti, il rapporto Timo-Diana diventa uno degli assi principali del lungometraggio, che fa della sua costante ironia una vera e propria cifra stilistica.

La resa finale della storia, di cui onestamente vado fiero, sarà presto sotto gli occhi di tutti: grazie al notevole sforzo di tutto il mio team, hanno preso vita personaggi tra i più variegati e interessanti su cui mi sia mai capitato lavorare.

La magia del cinema farà il resto: le scenografie mozzafiato della Roma antica ricostruita ed altri indimenticabili personaggi avranno il compito di intrattenere, commuovere e far sognare gli spettatori di tutto il mondo.

Inutile dire che sento su di me una grande responsabilità. Diverse sono le motivazioni che mi hanno spinto a realizzare Gladiatori di Roma: la scelta di cimentarmi con un progetto completamente nuovo e originale, lontano da quello che può essere un brand affermato come Winx Club per pubblico di riferimento e tematiche; la scelta di ambientare il film in uno dei periodi della nostra Storia che ha dato così tanto al mondo in termini di cultura e civiltà; la voglia di dimostrare che uno studio d’animazione italiano è ormai pronto a confrontarsi con le principali major dei mercati esteri grazie ad un prodotto forte e di qualità; la voglia che questo mio sogno diventasse un successo.

Sono estremamente soddisfatto del risultato raggiunto, della professionalità di tutte le figure coinvolte nella realizzazione, come spero sinceramente che i Gladiatori della nostra Accademia riescano a trovare un posto nel cuore del pubblico.

Iginio Straffi