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Note di regia del cortometraggio "Caterina e il Magico Incontro"


Note di regia del cortometraggio
“Caterina e il magico incontro” è un breve film che racconta una semplice e graziosa storia di fantasia. La protagonista di questa favola è Caterina, una bambina di otto anni che incontra un curioso abitante del bosco: uno Gnomo. Caterina vive con i genitori in una casetta di un villaggio cimbro nel cuore dell’antica foresta del Cansiglio. Una foresta immensa, incantata e molto importante per gli uomini perché da lei dipende la salute di tutta la piana sottostante. Caterina ha discendenze cimbre. I suoi nonni facevano parte di quel gruppo di persone che tanti anni fa si era insediato nel bosco del Cansiglio. I Cimbri, infatti, erano una piccola tribù di boscaioli venuti da molto lontano. Abitavano nella foresta e costruivano case tutte di legno. Per vivere erano costretti ad abbattere gli alberi, ma amavano e rispettavano la natura. Anche Caterina ama la natura e una leggenda sostiene che chi si addentri nei boschi con rispetto, educazione, allontanando la superbia, l’arroganza e l’incredulità, può, molto raramente e se ha fortuna, vedere ed ascoltare gli Gnomi, piccole creature che stimolano la fantasia e permettono di comprendere e conoscere il valore di quei grandi tesori che sono l’ambiente e la natura. Chi è in grado di vederli, pertanto, è un vero e sincero amico della foresta e Caterina è talmente affascinata ed attratta dalla natura e dai suoi animali che rientra tra queste persone. Caterina, però, non sà di questo suo privilegio e per lei il destino riserverà una serie di sorprese ed emozioni.
Il messaggio che il film intende trasmettere agli adulti, ma soprattutto ai bambini, è improntato sull’amore per la natura e per tutte le sue creature. Vuole favorire nelle nuove generazioni lo sviluppo di una sensibilità ecologica legata alla percezione della bellezza e al rispetto dell’ambiente.
I bambini hanno una forte predisposizione per il mondo naturale; la loro curiosità per tutto ciò che vive, si muove e si trasforma li porta a voler capire di cosa è “fatta la natura”. Quante volte ci è capitato di osservare un bimbo che si china per osservare una formica, oppure che si ferma a notare i frammenti di un uovo di uccello caduto dal nido, o stare immobile a guardare attentamente il lento spostarsi di una chiocciola e giocare a dare una forma e un nome alle nuvole nel cielo. La scoperta di Madre Terra è un qualcosa che coinvolge ogni bambino e questo rapporto sinergico tra uomo e natura deve essere “accompagnato” coinvolgendo e responsabilizzando per formare un atteggiamento di rispetto nel futuro.

Loris Mora