LA DONNA e il DRAGO - In Carcere con la mamma
Il regista triestino, già autore di documentari e medio-metraggi, (“Case” 1977 , “Il giorno del falco” presentato alla Mostra di Venezia 2003) affronta il problema della maternità in carcere attraverso la vicenda di una madre, condannata dalla “giustizia che fa il suo corso”, che dovrà decidere se portare con sé la bambina di quasi due anni o darla in affidamento ad una famiglia di estranei, perché sulla sua non può contare.
La legge italiana, infatti, permette ai piccoli da 0 ai 3 anni di stare “dentro” insieme alle loro madri autrici di reato. Allo scadere dei 3 anni, i piccoli vengono mandati fuori, da parenti se li hanno, o in case famiglia, a volte in affidamento o adozione, con tutti i traumi e le tragedie che ne conseguono.
Una realtà che Bisatti rende credibile con il suo stile lento, essenziale, ma visivamente curato, andando a restringere le inquadrature su dettagli, particolari e gesti dei protagonisti. E fare emergere il dramma della separazione che si consuma non dietro le sbarre di una cella ma nei tempi dilatati che segnano il passaggio tra lo stato di libertà e quello di reclusione.
Senza indugiare in facili pietismi, il film calca la mano sul tema universale dell’abbandono, la solitudine di una donna lasciata a sé stessa dai parenti e dalle istituzioni, e di una bambina, ormai diventata adulta, costretta dalla famiglia adottiva a sedute di psicoterapia perché strana ed emotivamente instabile.
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La Donna e il Drago" è l’occasione per riflettere sull’entità di un fenomeno, la maternità in carcere, che ogni anno vede coinvolti in Italia più di 100 mila bambini, imparando a non vedere le detenute solo come criminali ma anche come madri.
20/10/2012, 19:31
Monica Straniero