LE COSE BELLE - A Napoli speranze e delusioni
I classici e i neo melodici accompagnano ogni attimo della loro vita. Adesso come allora, quando
Agostino Ferrente e
Giovanni Piperno li andarono a scoprire a Napoli. Era la fine degli anni 90, un secolo fa e i quattro giovani avevano speranze, pensavano al futuro, e le canzoni accompagnavano le loro giornate come se fossero tutti alla ricerca, o in attesa, di un'altra vita, diversa e lontana, senza accorgersi che le parole di una canzone sono soltanto quello, parole.
I due registi sono tornati oggi a vedere dove sono arrivati i loro personaggi, constatando che la realtà è diversa dalle canzoni e che le strade vanno da tutt'altra parte rispetto ai sogni. Famiglie, lavori precari, figli, destini amari come le rughe e le pance che sono inevitabilmente apparse su di loro.
"
Le Cose Belle" è un augurio che spesso rimane tale, originale nello sviluppo, nelle riprese e nella fotografia. Il racconto di una Napoli che è sempre fucina di situazioni interessanti, drammatiche, di genere e dunque adatte al cinema, con la sua musica, classica, moderna o etnica, che accompagna come una colonna sonora ogni immagine che arriva agli occhi, trasformando il panorama o almeno la percezione di questo. Una città dove le regole non sono importanti, come per gli adolescenti del documentario, come per tutti gli adolescenti. Napoli, ne "
Le Cose belle", appare come una città adolescente che si guarda indietro più con rimorso che con rimpianto.
02/11/2012, 21:40
Stefano Amadio