Note di regia di "Interdizione perpetua"
Racconto un’altra volta la mia città, racconto un’altra volta il mio quartiere, ancora una volta la mia gente. La loro esperienza è la mia esperienza. Le difficoltà quotidiane, che sembrano rivisitazioni di una letteratura di fine Ottocento, sono invece tristemente attuali. Non bisogna aver paura di correre il rischio di stancare con storie che raccontano un’umanità costantemente ai margini, perché sono troppo attuali, e sono spine nel fianco che la società civile non riesce a togliersi. Lo stesso titolo è mutuato dalla mia storia, dopo oltre dieci anni in cui sono riuscito a trasformare la mia vita, in cui con la mia società “Figli del Bronx” stiamo riuscendo a produrre cultura dal basso e ad essere presenti ai maggiori appuntamenti culturali nazionali ed internazionali; ancora il marchio dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici segna la mia vita come un’infamia indelebile ed è anche questa la ragione per cui ancora una volta racconto una storia di esclusione dalla cosiddetta società civile.
Gaetano Di Vaio