Fondazione Fare Cinema
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TFF30 - Cosimo Terlizzi: "Ho deciso di affondare la lama"


TFF30 - Cosimo Terlizzi:
"L'uomo doppio"
La genesi del documentario è dolorosa, come nasce l'esigenza di raccontarsi?
Cosimo Terlizzi:
Capita molto spesso di creare un’opera e di accorgersi che questa parla un po’ di noi. Dopo diversi lavori da regista, mi sono reso conto che spesso ho messo in scena o semplicemente ho ripreso qualcosa che mi toccava da vicino. In un periodo in cui siamo tutti esposti nei social network è cambiata la percezione del proprio mondo privato, sdoppiato o riflesso nel limbo del web.
Ma le porte della realtà rimangono difficili da scardinare e a volte è meglio che rimangano chiuse. Ecco, ho deciso di mettermi in pasto all’umanità e di cercare di mostrare ad essa una dieta, che è quella della conoscenza di sé.

Quanto è durato il periodo di riprese? Come hai capito che era il momento di dire "stop"?
Cosimo Terlizzi:
Dopo Folder, dal 2010 ho avvertito l’esigenza di uno sviluppo più intimo del diario precedente. Molti si sono chiesti come avrei fatto a realizzare un’opera più intima di Folder, già di per sé rivolta ad illuminare anfratti e ripostigli della propria quotidianità e di quella degli amici più vicini.
Anch’io me lo sono chiesto, per questo ho deciso di affondare la lama. Lo stop è arrivato quando questa lama poteva far davvero molto male e quando il materiale era sufficiente per chiudere il “diario”.

Quanto di questo "videodiario" è stato scritto prima? E quanto materiale hai raccolto in termini di ore?
Cosimo Terlizzi:
La scrittura è avvenuta durante e maturata dopo nella ricomposizione del puzzle di immagini e suoni raccolti. Come in un album di figurine. Ho registrato molto e buttato molto. La scrittura vera e propria, quella del così detto Io Narrante, è una elaborazione complessa, risultato del mio vissuto in relazione al tutto e dove i concetti filosofici maturati sono enunciati.

Come spieghi il titolo?
Cosimo Terlizzi:
Il titolo è la sintesi di varie idee sviluppate: io e la mia immagine riflessa, io e lui, la parte istintiva e quella della ragione, Eros e Thanatos, Double Room titolo del brano composto dai Melampus. Il doppio ritorna come un’ossessione.

A livello produttivo come e quando è nata la collaborazione con Buena Onda?
Cosimo Terlizzi:
Roma ha chiamato davvero. In questi anni me ne sono tenuto alla larga, forse perché non pronto ad affrontare l’abbraccio della Mamma. Ma questo abbraccio che è arrivato mi sembra diverso, autentico e spinto dall’amore e dal rispetto per l’arte.

25/11/2012, 10:00

Carlo Griseri