DOC/IT PROFESSIONAL AWARD - Annunciati i finalisti 2012
La giornata è iniziata con la proiezione dell’acclamato documentario "
Hit the road Nonna" in presenza del regista
Duccio Chiarini che ha potuto raccontare al pubblico il suo lavoro nella costruzione di questo film.A seguire i curatori del progetto
Christian Carmosino,
Alessandro Rossi e
Emma Rossi Landi hanno annunciato i finalisti dei due concorsi che faranno parte de Il mese del documentario: 5 migliori documentari italiani per il concorso
Doc/it professional Award (DPA) e i 5 selezionatissimi documentari internazionali per il
Doc. International (Doc.Int). Hanno poi spiegato la modalità di selezione e i molti premi dei due concorsi. I documentari internazionali sono stati scelti da una giuria di professionisti da una rosa dei 25 documentari che negli ultimi anni hanno vinto tutti i principali Festival mondiali dedicati al documentario. Il pubblico decreterà il migliore. Il DPA ha un montepremi in denaro e servizi del valore di ben 45.000 euro. I documentari finalisti sono stati votati da ben 130 professionisti del settore che hanno visionato una ulteriore preselezione di 21 documentari ad opera da un Academy di direttori di Festival.
La visione dei 10 film finalisti è gratuita e le proiezioni si terranno alla Casa del Cinema dal 7 al 14 febbraio.
E’ stata proiettata in anteprima la sigla della manifestazione ad opera del lavoro del collettivo embrio.net ora visibile anche on line sul sito face book de Il Mese del Documentario.
QUESTI I FINALISTI:
Per il Doc/it Professional Award:
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Lasciando la baia del re di Claudia Cipriani: La storia di un’amicizia nata da un insolito modo di insegnare diventa il racconto di un viaggio da un luogo della periferia milanese, chiamato Baia del re, a un luogo del Polo Nord che ha lo stesso nome.
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Bad Weather di Giovanni Giommi: Nell’isola bordello di Banishanta, la follia, il destino,l’amore, il corpo, le rivendicazioni sociali e l’infanzia assumono dei tratti imprevisti.. Il film racconta la storia di alcune donne dell’isola per un affresco collettivo su questa comunità di lavoratrici del sesso.
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FreakBeat di Luca Pastore : Un road‐movie emiliano alla ricerca del 'sacro Graal' del Grande Beat: il nastro perduto di una mitica session fra l'Equipe84 e Jimi Hendrix: impossibile? Forse. Ma Freak Antoni ci crede a tal punto di trascinare anche la figlia in questa ricerca..
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Tahrir di Stefano Savona: Cairo, febbraio 2011. Elsayed, Noha e Ahmed sono tre ragazzi egiziani e stanno facendo la rivoluzione. Occupano piazza Tahrir giorno e notte insieme a migliaia di altri egiziani. Una cronaca in tempo reale della rivoluzione, raccontata da chi l’ha vissuta.
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L’Estate di Giacomo" di Alessandro Comodin: Giacomo è un ragazzo di diciotto anni cui un'operazione chirurgica ha ridato l'udito. Incontra Stefania, sua amica d'infanzia, nel bosco che costeggia il fiume: loro due soli e liberi, durante un pomeriggio che sembra durare il tempo di un'estate ...
Per il Doc.International:
- The Interrupters (Usa) di Steve James: Un inusuale e personale viaggio nella persistente e ostinata violenza nelle città americane, il film racconta le vite di tre Violence Interrupters che cercano di proteggere la propria comunità dalla violenza nella quale loro stessi sono stati coinvolti in passato.
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China Heavyweight (Cina) di Yung Chang: In Cina centrale, un allenatore recluta ragazzi poveri dai paesi rurali e li trasforma campioni del pugilato. Una volta diplomati, gli studenti migliori saranno posti di fronte a scelte drammatiche: devono lottare per il bene collettivo o per se stessi?
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Steam of life (Finlandia) di Joonas Berghäll, Mika Hotakainen: In un ambiente quasi onirico di un vapore pieno di sauna, il documentario segue uomini finlandesi fare rivelazioni senza censure sull'amore, la morte e la vita, come se il vapore e la conversazione possa purificare le loro anime.
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Five broken Cameras (Palestina) di Emad Burnat, Guy Davidi:Il bracciante palestinese Emad ha cinque telecamere, e ciascuna di loro racconta una parte diversa della storia della resistenza del suo villaggio sotto l’oppressione israeliana. Un documento intensamente potente e personale sulla lotta di un villaggio contro la violenza e l'oppressione.
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The Arbor (Inghilterra) di Clio Barnard: Il progetto edilizio nel nord Inghilterra conosciuto come The Arbor ha lasciato un'impressione indelebile nella scrittrice e drammaturga Andrea Dunbar che basa il lavoro su questo quartiere. Il film racconta la vita di questa donna morta tragicamente a 29 anni e della figlia Lorraine.
A seguire l’intensissima tavola rotonda che ha coinvolto critici, registi e un pubblico che ha visto presenti anche
Lorenzo Handel (responsabile di DOC3) ,
Francesco di Pace (responsabile della Programmazione Cinema a Rai Tre),
Marco Visalberghi , che quest’anno parteciperà al Doc/it Professional Award assegnando un premio del valore di oltre 30.000 euro di distribuzione nelle sale italiane
Su un aspetto l’accordo è stato unanime: il documentario si conferma come uno dei fenomeni più creativi ed interessanti del cinema italiano degli ultimi anni. “
Una delle più grandi e piacevoli novità delle ultime stagioni” dice il capo del sindacato critici
Franco Montini “
con una qualità superiore rispetto al cinema di finzione e una maggiore novità di linguaggio”. Nel campo del documentario c’è “
una sperimentazione cinematografica di altissimo livello” conferma
Alberto Crespi (Unità, Hollywood party) “
il documentario italiano sta vivendo un momento di grande creatività e un momento di altissima qualità che supera il cinema di finzione”.
Il tema o la forma? A lungo si è discusso con i critici Aberto Crespi, Franco Montini e Mario Sesti e con i registi Stefano Savona, Marco Bertozzi, Luca Bellino e Silvia Luzi su quanto un tema accattivante possa catturare l’attenzione dei critici o meno.
La critica ama il documentario? La risposta è certamente sì. Si è poi discusso della circuitazione dei film documentari, dell’importanza dei Festival nel proporli e della necessità di far arrivare il Cinema del Reale ad un pubblico sempre maggiore.
Bruno Torri, presente all’incontro, conviene che i direttori dei festival non devono limitarsi a proporre i documentari ma “
ma porsi il problema di come ai documentari una promozione adeguata non solo scegliendoli ma anche dandogli spazio..” e
Mario Sesti ribadisce la necessità “
di sporcarsi le mani” nel trovare mezzi sempre più innovativi e maggiori per “
far arrivare i documentari fuori dalla tribù” degli amanti del genere e degli addetti ai lavori.
Lorenzo Hendel, è intervenuto al dibattito, sottolineando la fatica di proporre uno spazio nel canali televisivi del Cinema del Reali ma affermando al tempo stesso di aver trovato una sorprendente risposta del pubblico che ha raggiunti un milione di spettatori per vedere un documentario in terza serata.
“
Nonostante le difficoltà di promozione e visione, in questi anni abbiamo però scalfito un immaginario” conclude Marco Bertozzi “
liberando il documentario dall’associazione con il cortometraggio e dall’idea del mero reportage televisivo in stile “Luce” .
A conclusione di questa ricchissima giornata il documentario sulla performance art di una delle icone dell’arte contemporanea: "
Marina Abramovic. The artist is present" di Matthew
Akers di Jeff Dupre. Il film è un eccellente esempio di coproduzione italiana che ha coinvolto la produttrice e distributrice
Gioia Avvantaggiato (GA&A): “
non conoscevo il mondo della performance art ma il progetto mi ha incantato e ho accettato senza esitare” ha raccontato la co-produttrice.
15/12/2012, 12:14