Fondazione Fare Cinema
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Note di regia di "Emergency Exit"


Note di regia di
Cercare di imparare e far conoscere più cose possibili attraverso questo viaggio-documentario, incontrando persone 'speciali', che hanno iniziato questo viaggio prima di me per fare questo, per apprendere e ascoltare, ho bisogno di portare con me delle domande che ho preparato. Ma queste mi serviranno solo a far partire il racconto, il dialogo, che poi andrà da sè, in modo autentico, dove vuole arrivare. Questo lavoro in poche parole è una costante ricerca, che più va avanti e più crea altre domande e altre ricerche. E' un processo che inizia con la curiosità. Tutto quello che faccio, come regista, oltre ad ascoltare, è cercare il modo migliore di rappresentare queste storie, queste ricerche, queste esperienze, in modo che anche chi non può viverle in prima persona, il pubblico, possa cercare di capirle, di farsi un'idea, possa chiedersi che cosa sta succedendo.

Ritrarre, dunque, senza mentire o nascondere: storie e persone così come vengono fuori, in condizioni di frustrazione, di gioia, di compagnia, di solitudine, di distanza, di avvicinamento, di dubbio, di forza, di fragilità. Non ricerco stereotipi, o clichè: non voglio spiegare i problemi dell'Italia, nè parlare di politica o economia, che probabilmente sono dettagli microscopici rispetto al più grande affresco rappresentato dalle vite reali, in particolare della giovane generazione, accomunata dalla lontananza da casa, dalla speranza di opportunità migliori e dallo spirito aperto e cosmopolita. E' il loro sguardo, il loro primo piano, a raccontare indirettamente l'Italia di oggi, nel bene e nel male. La musica sottolinea gli aspetti più emotivi, solo in alcuni momenti, specialmente quelli di transito. Silenzio, con rumori ambientali e suoni della natura - durante l'ascolto e l'osservazione - sono più coerenti con quella che è la narrazione sincera di una sorta di 'esilio'.

Brunella Filì