SOTTO LA NEVE, PANE - Vita di paese
"Sotto la neve, pane" nasce dall'intima esigenza del regista Remo Schellino di dare voce alle parole, ai sentimenti e ai ricordi degli anziani del suo paese. Primo di una trilogia che interpellerà i figli e successivamente i nipoti degli
ultraottuagenari abitanti di
Belvedere Langhe, il documentario si snoda tra interviste d'oggi e immagini d'epoca legate alle storie personali dei protagonisti che, però, si intrecciano in un racconto di vita comunitaria ormai d'altri tempi ("era meglio una volta", ammette nostalgico uno degli intervistati, "i giovani erano tutti uniti").
Il coinvolgimento del regista - mai celato - consente
un piano di lettura su due livelli, dove chi osserva da fuori in realtà fa parte dell'oggetto osservato, e per lo spettatore (che di norma s'identifica con il punto di vista della telecamera) è un po' come essere a sua volta partecipe in prima persona.
Nulla è celato: l'interesse, l'abilità - forse anche grazie alla familiarità - dell'intervistatore permettono di andare a fondo su molti aspetti dell'esperienza passata e contemporanea dei "narratori", affrontando argomenti potenzialmente spinosi ("perchè le donne non venivano all'osteria?", "sono pronta per la morte") e mettendo in mostra (le immagini sono in questo caso quasi "indagatrici") episodi di vita contadina che ai protagonisti paiono naturali ma all'occhio di uno spettatore moderno - perlopiù cittadino - hanno la carica dirompente propria dello svelamento di una realtà conosciuta solo idealmente (la nascita di un vitello, l'uccisione di un maiale).
"Sotto la neve, pane" si inserisce così a pieno titolo nella lista di documentari che, ci piace pensare,
la nostra società porterà sempre con sé per avere memoria delle proprie radici.17/03/2013, 12:34
Sara Galignano