Note di regia del documentario "Tristano e Tabucchi"
In questo film si cerca di ascoltare una storia. Ma questa storia è complicata da ascoltare. Un po' perché fa caldo, un po' perché una vita non è facile da riassumere (soprattutto quando si sta morendo), un po' perché la morfina fa il suo effetto. Inoltre Tristano ha deciso di raccontarla a Tabucchi, che è un ascoltatore di grande esperienza, ma ha mille impegni, mille progetti, alcune battaglie importanti in corso. Quindi la difficoltà principale sta nel saper trovare quei momenti opportuni per prestare l'orecchio. Ma non solo. Per alcune storie speciali come questa, ascoltare non basta, bisogna anche scrivere. E Tabucchi scrive, è più di dieci anni che scrive questa storia e qualcosa continua a mancare, qualcosa manca sempre. Forse lo scrivere stesso, in questo particolare caso, è messo -chissà per quali ragioni- in serie difficoltà. Carta e penna non bastano più, almeno per il momento. Ci vuole altro, ben altro. Per esempio qualcun'altro che voglia ascoltare l'ascolto di Tabucchi, che sappia insistere ed ancora insistere (come fanno i bambini) perché questo racconto abbia un inizio ed una fine, perché diventi una storia, insomma. Così bisogna fissare degli appuntamenti, bisogna incontrarsi da qualche parte, bisogna che questo racconto venga raccontato per non farlo fuggire ancora. Bisogna esserci per registare, ecco che cosa ci vuole!
Beh, noi abbiamo fatto del nostro meglio per esserci. Tabucchi dal canto suo, essendoci, ha permesso che almeno questo film esista. E noi speriamo tanto che da qualche parte esista anche questa sua storia.
Veronica Noseda e
Marcello Togni