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Note di regia de "L'ultimo papa re"


Note di regia de
“Nel corso della sua lunga carriera, mio padre ha fatto diversi film con Luigi Magni, quasi tutti ambientati nella Roma papalina e risorgimentale dell’ottocento. Tra questi, il mio preferito č sempre stato “In nome del Papa Re”, un film del 1977, dove Nino interpreta un cardinale illuminato e progressista, in forte contrasto con il reazionario padre generale dei gesuiti, il cosiddetto “Papa Nero”, interpretato da un grandissimo Salvo Randone.
Per cui, avendo assistito ai ripetuti dissidi interni che hanno afflitto la Chiesa in questi ultimi anni (che ha visto, recentemente, le sorprendenti dimissioni di papa Ratzinger…), da autore e da regista mi sono reso conto che il contenuto di quel film non era affatto superato, ma anzi ancora attualissimo.
Cosě, mi č venuta l’idea di fare un omaggio a Magni, a cui sono legato da grande affetto, proponendo alla Rai una versione televisiva del suo film, in due parti, di durata quindi doppia rispetto all’originale, raccontando una storia che mettesse al centro un confronto tra una chiesa reazionaria e attaccata al potere e una chiesa piů pastorale e progressista, e aggiungendo fatti nuovi e personaggi della rivolta romana del 1867 (come la vicenda della strage del lanificio Ajani dove, tra gli altri, fu trucidata Giuditta Tavani Arquati e tutta la sua famiglia) che nel film di Magni erano stati solo accennati per ovvi motivi di tempo. E’ nato cosě “L’ultimo Papa Re” che racconta le gesta dei patrioti romani, sostenitori di Garibaldi, negli ultimi tre anni del regno di Pio IX.
Io credo che sia importante che il pubblico televisivo veda questo film, perché racconta un pezzo importante della storia risorgimentale italiana, quando i patrioti romani organizzarono una serie di azioni militari contro l’esercito degli zuavi, i violenti mercenari del papa, per favorire l’ingresso di Garibaldi a Roma, dopo la vittoria di Monterotondo, e porre fine al potere temporale di Pio IX.
E, in particolare, racconta la crisi di un cardinale “giusto”, monsignor Colombo, chiamato ad indagare sull’attentato alla caserma Serristori degli zuavi, che, nel corso delle sue indagini, scopre che uno dei tre attentatori č suo figlio e farŕ di tutto per evitare la ghigliottina ai tre giovani patrioti.
Quando si č trattato di scegliere il migliore interprete per fargli indossare le vesti di Colombo, il cardinale illuminato e progressista che fece mio padre, qui arricchito anche di un nuovo ruolo “investigativo”, quello del capo della polizia pontificia, ho capito che solo Gigi Proietti poteva raccogliere questa ambiziosa ereditŕ, con la sua grande ironia e la sua proverbiale “romanitŕ”, affiancato da un tenero e divertente Lino Toffolo, nei panni di Serafino, il suo fedele perpetuo veneto, un ruolo che fu a suo tempo di Carlo Bagno.
Oltre alla sua storia appassionante, la forza di questo film sta nel ricchissimo cast di attori, come Jerzy Stuhr, grandissimo attore polacco che interpreta il Papa Nero, Sandra Ceccarelli e Duccio Camerini nei ruoli della contessa Ricci e del suo perfido marito, Domenico Diele che fa il giovane patriota figlio del cardinale, e poi Francesco Venditti e Marco Cassini nei panni dei patrioti Monti e Tognetti, Paola Tiziana Cruciani che č una verduraia di Trastevere, e poi Arnaldo Ninchi nelle sacre vesti di Pio IX, oltre a tutti i bellissimi personaggi interpretati da Renato Scarpa, Luigi Petrucci, Massimo Wertmuller, Gloria Scarano, Roberta Mattei, Emiliano Coltorti, Giovanni Scifoni, Paolo Calabresi, Bruno Conti, e anche Camillo Milli, unico attore ad essere presente in entrambi i film”.

Luca Manfredi