TSUNAMI TOUR - Un viaggio per cambiare la politica italiana
"Tsunami" è il modo giapponese di definire il maremoto, quel devastante moto ondoso capace di annientare qualsiasi cosa, anche la più immobile.
Un'immagine che ha accompagnato tutta la campagna elettorale di Beppe Grillo, partita il 15 gennaio scorso da Pistoia e conclusasi a Roma il 22 febbraio, che racchiude in se la voglia di colpire, travolgere e spazzare via per sempre la "vecchia politica", la "casta", il "Palazzo", con un'ondata di profondo rinnovamento che parte dal basso.
Mentre certa informazione snobbava il "fenomeno Grillo", leggendo il Movimento 5 Stelle come qualcosa destinato a rimanere inifluente rispetto allo scenario nazionale, la produzione indipendente Todos Contentos Y Yo Tambien affidava a Francesco Giuseppe Raganato il compito di documentare ogni singolo chilometro percorso dal camper con a bordo il comico/politico pronto ad invadere ogni giorno le piazze d'Italia.
Ne è nato "
Tsunami Tour", un instant movie che attraverso un lavoro di autodistribuzione uscirà solo il 10 aprile, in circa venti sale che hanno aderito all'iniziativa.
Il taglio scelto è dunque quello della mera documentazione del momento storico, una fotografia da lasciare ai posteri dei giorni che cambiarono in un modo o in un altro il nostro Paese.
Chi cercasse un approfondimento critico sul fenomeno, un minimo accenno d'inchiesta, una qualche informazione del tutto inedita, rimarrebbe dunque deluso. "Tsunami tour" appare un diario di un lungo e affascinante viaggio "on the road", ma non essendo "scritto" in prima persona dai protagonisti, finisce per non avere la giusta carica emozionale.
La sensazione è quella di aver avuto un'occasione d'oro per mettere in piedi qualcosa di potente, per inserirsi nel dibattito in un momento cruciale per la politica nazionale, ma di non aver avuto la voglia di "sporcarsi le mani", non andando fino in fondo anche davanti ad immagini inedite. Come la ragazza che da sotto al palco ricorda a Beppe che i rimborsi elettorali non gli spetterebbero per legge, a cui viene prima tolto il microfono per poi essere ignorata completamente. Uno spunto interessante ma lasciato a se stesso.
Le parole e i gesti di Grillo, in bilico continuo tra l'amorevole e l'incazzato fagocitano tutto, non lasciando spazio agli attivisti, ai candidati e persino al socio Casaleggio.
Belle le musiche di Santi Pulvirenti di stampo western e buona la regia con cui è stato confezionato il "prodotto", ma dopo gli innumerevoli avvenimenti che si sono velocemente susseguiti negli ultimi quaranta giorni, un film del genere rischia di risultare già "superato", impalpabile, travolto esso stesso da quell'incontenibile "tsunami" che è Beppe Grillo.
09/04/2013, 01:03
Antonio Capellupo