Note di regia del cortometraggio "Soto le Foglie"
Il cortometraggio SOTTO LE FOGLIE nasce dall’idea di affrontare l’argomento dell’handicap in modo atipico, lontano da rappresentazioni drammatiche e da facili patetismi.
Per sviluppare insieme a Nicola Morgantini il soggetto da lui scritto, mi sono rivolto all’Associazione Italiana Paraplegici di Roma e Lazio per capire a fondo il problema del personaggio che stavamo cercando di costruire. Il prezioso aiuto delle tante persone dell’Associazione che si sono offerte di collaborare al progetto ci ha permesso di conoscere da vicino la realtà della paraplegia così da poter restituire la vicenda con molta naturalezza. La stessa Cecilia Dazzi si è calata nel ruolo con la collaborazione di alcuni membri dell’Associazione. Con grande determinazione è riuscita ad appropriarsi della gestualità e a cogliere alcuni risvolti psicologici che caratterizzano proprio le donne colpite da paraplegia.
Il personaggio che interpreta è costretto ad escogitare sempre qualcosa di diverso per cercare di richiamare l’attenzione del nuovo commesso del negozio, che distrattamente parcheggia ogni mattina la sua auto nel posto a lei riservato. I suoi tentativi però sono tutti molto pacati e discreti come è nella sua natura: la ragazza non si sognerebbe mai di reclamare il proprio parcheggio con prepotenza o perché le spetta di diritto. Ma di fronte all’evidente incomprensione del ragazzo, lei decide di farsi avanti e scende dall’auto per parlare con lui faccia a faccia.
Da parte sua il commesso, interpretato da Valerio Mastandrea, vede inserirsi nella nuova routine che si trova a vivere, la curiosa presenza di questa ragazza che dalla sua macchina parcheggiata in seconda fila lo osserva in modo insistente.
Inizialmente fa finta di niente ma è comunque incuriosito e affascinato da quegli sguardi. E’ lusingato dalle attenzioni che riceve e legge in esse una piacevole forma di corteggiamento. L’incontro finale lo lascia decisamente spiazzato ma ciò non gli impedisce di continuare a desiderare di incontrare ancora lo sguardo di lei.
Stefano Chiodini