Note di regia di "In Direzione Ostinata e Contraria"
A rendere straordinario il viaggio di Federico e Mirko, è il fatto che esso è compiuto a dorso di mulo, antico simbolo del lavoro e della cultura rurale, trasformando questa avventura ‘on the road’ in quella di due improbabili moderni ‘cavalieri erranti’, in cui l’eccentrico eroismo dei due protagonisti viene accompagnato dalla (letteralmente) massiccia presenza di altri due eroi, i muli Giovanni e Paolo.
Come Don Chisciotte e Sancho Panza i due cavalieri, anzi mulattieri, partendo da Portella della Ginestra nel giorno della commemorazione della strage di Mafia del 1947, si sono lanciati alla scoperta dell’Italia meridionale rurale; lasciandosi alle spalle le loro consuetudini, le comodità, la modernità e cercando di scovare nelle campagne tra i bellissimi sentieri delle antiche mulattiere regie quello che c’è ma non si vede, che parla ma non si sente, che esiste pur lontano dalla cultura dominante… e così facendo ritrovare anche un po’ di se stessi e tutta l’umanità, l’onestà, il lavoro e gli antichi valori legati alla terra e al rispetto della stessa che abitano ancora il Sud Italia, con l’obiettivo di portare le innumerevoli testimonianze raccolte oralmente e sotto forma di “pizzini” al Quirinale, nella speranza di incontrare il Presidente Napolitano e consegnargli le tante voci di un’Italia che non appare, ma resiste.
Il documentario è realizzato grazie alla sinergia di alcuni filmmakers di Sicilia, Calabria, Campania e Lazio, che a tappe hanno seguito questo incredibile viaggio da Palermo a Roma. Il risultato è un puzzle di eventi rivolti a costruire un ritratto dei personaggi e a mostrare come un progetto sociale, per quanto idealista e visionario, possa realizzarsi grazie al coraggio e all’ostinazione di due ragazzi mossi da una grande sete di confrontarsi e condividere le proprie idee con la gente di questo controverso territorio. Un viaggio al contrario, dal Sud al Nord, con le immagini panoramiche di un’Italia sorprendente, attraverso le tinte noir della cronaca nelle regioni più corrotte, non solo dalla politica, ma del pensare comune.
Il documentario suscita una divertente ma profonda riflessione sull’Italia di oggi attraverso lo sguardo ingenuo e idealista di due suoi bizzarri e fieri figli: Federico, Mirko fedelmente accompagnati dai loro muli Giovanni e Paolo.