Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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A Roma la rassegna "Vittorio Storaro: Scrivere con la Luce"


A Roma la rassegna
Il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale rende omaggio a uno dei suoi più illustri allievi, Vittorio Storaro, maestro della luce conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.

Al Cinema Trevi di Roma dal 21 al 28 aprile 2013 una retrospettiva di alcuni film, a cui il maestro ha collaborato, ripercorrerà le tappe salienti della sua lunga carriera: un viaggio nel cromatismo della fotografia cinematografica, che lo stesso Storaro approfondirà nel corso di due incontri e di un seminario su Caravaggio.

Domenica 21 aprile alle ore 21.00 incontro moderato da Aldo Piro con Vittorio Storaro.

Giovedì 25 aprile alle ore 20.30 incontro tra Vittorio Storaro e Bruno Torri.

Sarà il primo di una serie di incontri fra la critica cinematografica rappresentata da alcuni autorevoli membri del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani Gruppo Romano, e gli autori della fotografia, i creatori e gli artisti della luce cinematografica, dell’AIC, l’associazione di categoria che li riunisce e che li rappresenta nel mondo dello spettacolo.

Domenica 28 aprile alle ore 21.00 ultimo importante appuntamento: Seminario su Caravaggio a cura di Vittorio Storaro

La rassegna è corredata da una mostra di fotografie curata da Giovanni Storaro.

Storaro racconta di sé : “Nato a Roma il 24 Giugno 1940 e figlio dell’operatore di proiezione della Lux Film, venni spinto dal desiderio paterno di frequentare l’Istituto Tecnico Fotografico “Duca d’Aosta” negli anni 1951-1956. Impossibilitato a frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, data la giovane età, mi iscrissi ai corsi di perfezionamento professionale negli anni 1956/58 presso il C.I.A.C. diplomandomi Assistente e Cineoperatore del Colore, pur continuando l’attività lavorativa di laboratorio fotografico. […] Finalmente nel 1958 la giuria del concorso d’ammissione del Centro Sperimentale, classificandomi al primo posto, mi ammise a frequentare il biennio di Cinematografia pur non avendo raggiunta l’età richiesta dal bando di concorso. […] Iniziò, tramite alcuni cortometraggi, a farsi luce in me il desiderio di “Foto-grafare” nel Cinema, tentare cioè in modo personale di “scrivere con la luce”; così, mentre continuavo ufficialmente l’attività di operatore, sperimentavo me stesso tra una Luce e un’Ombra, tra una Tonalità e un Colore. Il momento tanto inconsciamente sognato, tanto coscientemente preparato, mi arrivò sulla testa con una telefonata in un tardo mattino del 1968. Il regista Franco Rossi, proprio al seguito della visione del cortometraggio Rapporto segreto [di Camillo Bazzoni, n.d.r.], mi chiamò al suo fianco per ideare e dirigere la Foto-grafia di Giovinezza, giovinezza. […] Al richiamo di collaborazione con Bertolucci, risposi come a un appuntamento predestinato nel tempo. Iniziai al suo fianco un lungo sodalizio che mi dette modo di sviluppare, ampliare, maturare, quei concetti allora appena accennati in me e che divennero in seguito dei punti fermi del percorso Cinematografico della mia vita. Con Strategia del ragno nacque, crescendo al massimo della sua espressione nel Conformista, l’accostamento a una lunghezza d’onda luministica molto precisa: quella parte della nostra anima che si contraddistingue con la parola Azzurro. […] Poi un colore, una vibrazione elettromagnetica, che rappresenta un lato molto preciso del mio carattere: la passione, una contrapposizione ben distinta con l’altra parte raziocinante di me stesso, che si rivelerà in tutta la sua ampiezza in Ultimo tango a Parigi, tramite una tonalità dello spettro cromatico, un’emozione della vita, che si dice: Arancio. […] Novecento e ancor più Apocalypse Now, chiudendo su di me un capitolo di Innocenza, furono poi la logica conclusione di un periodo di vita vissuto sulla volontà di conoscere la Luce, particolarmente Naturale. […] L’ultimo imperatore fu la possibilità di visualizzare il viaggio in seno alla Vita con il viaggio in seno alla Luce. Come la luce bianca poteva rappresentare la vita del protagonista, così le varie età di Pu Yi potevano essere rappresentate con le varie Età dei colori. In realtà, un periodo personale di vita espressiva che si andava a completare per me nel viaggio all’interno della Luce, iniziato con la Simbologia dei colori nel film La luna, proseguito attraverso la Fisiologia dei colori nel film Un sogno lungo un giorno, completato con le Età dei colori nel film L’ultimo imperatore. Era giunto il tempo di fermarsi di nuovo, scavare ancora la terra intorno alle proprie radici, ripartire da un nuovo studio, per poter approfondire una nuova fase di vita espressiva e personale”.

18/04/2013, 14:16