Libro/film - MIELE, tra Mauro Covacich a Valeria Golino
Prima di tutto, una nota: il libro che Valeria Golino lesse tre anni fa e che la ispirò per esordire alla regia era
"Vi Perdono" di Angela Del Fabbro. Su quel volume (lo stesso letto da chi scrive questo articolo...) il nome dell'autrice era segnalato come "pseudonimo", scelto da una "persona che intende rimanere nell'ombra". Molti allora pensarono che quel nome fittizio nascondesse la vera identità di Miele, la protagonista del romanzo, il cui lavoro illegale (aiutare e accompagnare malati terminali verso una "dolce morte", una eutanasia volontaria e misericordiosa) la costringeva a restare sconosciuta.
Da allora a oggi molte cose sono cambiate:
si è scoperto che il vero autore del libro (di finzione) era un uomo, Mauro Covacich, e la casa editrice Einaudi lo ha ripubblicato col suo nome e un nuovo "formato": "
A Nome Tuo" è una raccolta di storie e racconti di cui Miele è una delle protagoniste, "creatura" ufficiale di un autore (uomo).
Valeria Golino ammette subito di aver voluto mediare quella visione con la sua, arricchendo il racconto di sguardi femminili (il suo, quello delle co-sceneggiatrici Francesca Marciano e Valia Santella, della co-produttrice Viola Prestieri).
La differenza fondamentale tra libro e film - come spiega lei stessa nel video qui sotto -
è nel rapporto tra Miele e Grimaldi, da come nasce a come si conclude.
Detto questo,
resta pressoché identico quello tra lei e i suoi pazienti, le storie e le metodologie del suo lavoro, il rispetto per la morte e la fatica per Miele di proseguire giorno dopo giorno nella sua missione. Sono modificati pochissimo i rapporti con i suoi uomini (anche se "scompare" il nonno) e con le amicizie, e sono di minima importanza le differenze nei dettagli (Torino diventa Padova, e altre quisquilie).
Per il resto, le motivazioni e le differenze, nessuno meglio della stessa regista-sceneggiatrice può spiegarle meglio:
il video integra questo ragionamento nel modo migliore.
08/05/2013, 10:30
Carlo Griseri