Note di produzione di "Multiplex"
Ero a New York, per presentare “Bad time” la versione americana del mio film “Cronaca di un assurdo normale”, e la sera della premiere, mentre venivo accompagnato in auto al Landmark Theatre, l’autista ha iniziato a raccontarmi di un brutale episodio avvenuto in un cinema americano. Preso dalla presentazione del mio film, ho dato poca importanza a quel racconto che comunque mi aveva incuriosito molto, e così a distanza di qualche mese, mentre cercavo ispirazione per girare un nuovo film, ho ripensato a quella situazione e ho deciso di raccontare una storia in parte ispirata al racconto dell’autista per dare vita al film Multiplex.
Il film è ambientato interamente all’UCI Cinemas di Parco Leonardo di Roma che, con le sue 24 sale, è il più grande multisala d’Italia. Una struttura così grande mi ha permesso di utilizzare vari ambienti: sale cinematografiche, hall d’ingresso, cabina di proiezione, corridoi, bagni. Sfruttando tutte le potenzialità offerte da questa location, avendo a disposizione spazi ampi e insieme molto angusti, ho potuto esplorare e giocare creando la giusta dose di suspense, tensione e ritmo.
La macchina a spalla del direttore della fotografia Dario Di Mella e il montaggio di Roberto Siciliano sono stati importantissimi per creare un ritmo incalzante e frenetico. Fondamentali per creare e sostenere questo ritmo, sono stati anche i giovanissimi attori (Laura Adriani, Lavinia Guglielman, Tiziano Mariani, Gabriele Mira-Rossi, Jacopo Troiani e Francesca Romana Verzano) e altrettanto fondamentale è stata l’interpretazione schizofrenica e perfetta della guardia Federico Palmieri.
Per le musiche ho avuto il piacere di poter lavorare con il Maestro Claudio Simonetti, storico componente dei Goblin e collaboratore di Dario Argento.
Con Multiplex ho voluto interrogarmi e cercare di comprendere quali potessero essere le motivazioni legate al compimento di atroci delitti apparentemente inspiegabili. Ho seguito con interesse e approfondito i recenti fatti di cronaca nera in Italia, e sono convinto che certi comportamenti, certe azioni così violente, possano in alcuni casi essere dovute ad un disturbo dissociativo di identità: lo sdoppiamento della personalità. Come si può uccidere, all’improvviso la propria fidanzata, un genitore, o il proprio figlio e magari rimuovere l’accaduto subito dopo? L’unica risposta che ho saputo darmi è che l’assassino in quel momento non fosse in sé, e che la sua coscienza fosse sostituita da quella di un’altra persona, e che una volta tornata la personalità dominante, quella legata alla sua “normalità”, fosse il suo cervello a nascondere il ricordo del delitto, come per un trauma, in uno dei tanti impenetrabili compartimenti stagni al suo interno. Con Multiplex, senza perdermi nell’analisi, ma attraverso l’adrenalina di un thriller, ho voluto raccontare tutto questo.
Stefano Calvagna