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FUCK FOR FOREST - Porno in vendita per salvare il mondo?


FUCK FOR FOREST - Porno in vendita per salvare il mondo?
Porno per beneficenza: si riduce in estrema sintesi a questo l'intento del gruppo Fuck For Forest, che dall'omonimo sito propone a chiunque - dietro un minimo pagamento - la visione di fotografie e di video porno amatoriali. L'incasso servirà, dicono loro, per "salvare il pianeta".

Il regista Michal Marcza ha seguito i membri principali del gruppo per alcuni mesi, cercando di capire il loro mondo e di mostrarne le azioni: se in prima battuta, oltre alla curiosità naturale, Marcza sembra dimostrare (almeno un po' di) simpatia per i suoi protagonisti, appare ovvio nel finale un netto distacco dalle loro attività, che ha causato come egli stesso ha spiegato liti tra loro.

I ragazzi - quasi tutti molto giovani - che sono parte attiva in maniera preponderante di FFF hanno un atteggiamento da neo-hippy, e dietro la facciata di ambientalisti conducono una vita tutta sesso, droghe e festini, ma quando poi si trovano a discutere con chi davvero si dà da fare nella propria vita per provare a cambiare il mondo sono smascherati nella loro inconcludenza.

Il documentario di Marcza mostra anche come il FFF riesca con estrema facilità, in giro per Berlino e soprattutto per l'Europa del nord, a convincere giovani ragazzi e ragazze a posare nudi per semplici scatti fotografici, magari in mezzo agli alberi, quando non addirittura a farsi filmare in piccole e semi-improvvisate orge. Tutto va sul sito, e genera guadagno per questi porno-ambientalisti, che dichiarano nel corso del film - e c'è da credere alle loro parole, almeno su questo punto - di avere oltre 300.000 euro da parte per i loro progetti.

Il loro problema è proprio che di progetti non se ne vede nessuno, se non blaterarne a vuoto tra una canna e una performance musicale, tra un po' di sesso davanti a un pubblico e qualche lite con le rispettive famiglie.

Un pretesto rispettabile, quello delle foreste da salvare (ma i ragazzi in questione non sanno neanche da che parte cominciare...), usato per i propri comodi da un gruppo di "fricchettoni" amanti del porno... Tutto qui, almeno come appare dopo la visione del documentario: peccato.

20/06/2013, 09:00

Carlo Griseri