AMORE CARNE - Un diario poetico di conoscenza
Pippo Delbono arriva all’Odeon di Firenze con il suo "
Amore Carne", film e lirico girato interamente con un telefonino. Il testo di Delbono va a pescare direttamente dalla sua vita, il test dell’HIV, le immagini dei colloqui con i medici per curare la malattia che ha incontrato più di venti anni fa. Il digitale leggero per Delbono diventa espansione della vista e del corpo, la piccola macchina da ripresa invisibile permette al regista di essere da solo di fronte al suo bisogno di esprimersi.
Marisa Berenson,
Tilda Swinton e
Irène Jacob, riprese da vicino, durante cene e passeggiate fuori dal set, le prove degli spettacoli, i tanti viaggi e le camere degli alberghi, dove la solitudine di un risveglio porta alla confessione ed alla paura della morte. Il corpo di Delbono è sempre presente, la riflessione sulla vista e sull’occhio, portano di nuovo al ricordo della madre, scomparsa. Durante un pranzo il regista comincia a filmarla, i piatti sul tavolo, la sua figura delicata in un ambiente così lontano dalle luci dei palcoscenici e la triste riflessione sulla caducità della vita. La madre del regista è morta due mesi dopo la fine delle riprese di "
Amore e Carne". Delbono entra in una fase dura ma illuminante della sua vita personale. Il grandissimo dolore per questa perdita lo fa entrare ancora di più nel progetto, ogni immagine, ogni frase del film è scolpita, cesellata, tatuata dal sangue nella carne dell’autore.
"
Amore Carne" non è un documentario ma neanche un film sperimentale, si potrebbe forse parlare di un “diario poetico di conoscenza”, una discesa nel profondo e nelle più profonde di ognuno di noi.
Pippo Delbono ci regala ancora una volta una prova di immensa sensibilità e di delicatezza estetica, sembra di assistere alla vita vera, nella sua alternanza di dolori, gioie e di momenti inutili.
Mike Galasso,
Alexander Balanescu,
Laurie Anderson e
Les Anarchistes firmano una colonna sonora che accompagna splendidamente le immagini ribelli di Delbono. Montato superbamente, il film può essere visto a suo modo come un’opera pittorica-musicale che coinvolge lo spettatore in maniera quasi fisica.
Durante il lungo incontro con il pubblico, dopo la proiezione Delbono ha anticipato che tornerà presto in Toscana per presentare altri suoi lavori teatrali e video.
11/07/2013, 18:36
Duccio Ricciardelli