Dietro le quinte di Bobo Rondelli e Paolo Virzì
La più bella definizione di
Bobo Rondelli è lì . In quel manifesto che avverte, dai muri di Firenze, di un suo prossimo, raro e prezioso , concerto, alle Cascine per l'estate fiorentina 2013. A famous local singer è anche il titolo ( ironico e tenero ad un tempo) del suo ultimo album.
Sguardi sul reale, il festival del cinema documentario 2013 a Terranuova Bracciolini, ha presentato a fine aprile il dietro le quinte di
Matilde Gagliardo, girato a Livorno e dintorni fra luglio e novembre 2008, un back stage del film di Virzì che è poi uscito in edicola nel 2009. Il titolo L'uomo che aveva picchiato la testa, è tratto da uno dei più famosi brani di questo cantante, poeta e attore ad un tempo. Hanno proiettato nella stessa sera anche questo film dedicato al personaggio da
Paolo Virzì, il regista livornese suo amico. Una serata interessante per un confronto fra i racconti dello stesso personaggio attraverso le immagini girate da un uomo e da una donna.
Vedere la fiction su Rino Gaetano, tornata da poco su Rai 1, spinge a scrivere su questo livornese, per l'importanza della sua filosofia, volutamente mascherata di indolenza, che salva la vita da una malattia chiamata “genio” Il genio c'è per entrambi, Rino e Bobo, questo emergere misterioso di una forza definita e che non discute, ma afferma e si afferma. Poi però la vita è uno strano gioco in cui non basta avere in mano buone carte per avere la certezza di vincere. Qualche partita forse si, ma quello che conta è saperci fare nei tempi lunghi. E il Rondelli ha una strategia difensiva originale e multivariata, che i due lavori cinematografici hanno saputo mettere in luce.
Nel film, Virzì ci colpisce dalla scena iniziale con la sua arte di trasformare, con densi colori gialli, il mare di Livorno in un posto surreale, difficile da riconoscere. Suscita ilarità questo cantante munito di chitarra che gira da una poltrona all'altra, nel bagnasciuga al tramonto, offrendo una canzone, a scelta del cliente, compresa nel prezzo della sdraio. “ Ma, e il successo?” , lo punzecchia in altra sequenza,senza risultato, Virzì. E poi incalza, senza aspettare la risposta, che il successo cui non vuole rinunciare è l'apprezamento dei suoi amici e della sua Livorno. Nel film,costruito con grande spontaneità, l'argomento è ricorrente. Gli amici di Bobo seduti a tavola, anche loro arzigogolano sulle ipotesi per le quali non ha sfondato. Questo perché nel 1993, grazie all'incontro di Bobo e la sua banda con Alberto Pirelli, produttore dei Litfiba, la EMI Music aveva prodotto il primo suo album , che vendette 30.000 copie . Disco che contiene uno dei singoli più noti del gruppo, "Ho picchiato la testa". Ma negli anni successivi Bobo non si è impegnato a crescere la audience, anzi ha interrotto sul nascere un'offerta dalla Dischi Ricordi, a causa di discordanze sul "modus operandi". Viene a mente qui che Rino Gaetano non seppe dire no alla RCA e questo, da come ci raccontano, è stato l'inizio della fine della sua creatività.
Nel documentare il back stage,
Matilde Gagliardo suggerisce le sfaccettature di un artista dal carattere complesso, cui sembra prosopopea spendere parole per farsi conoscere. Generoso nelle canzoni, che canta per condividere la gioia di una serata, ma avaro di parole – le canzoni sono così e basta – In questo modo crea il nuovo ogni volta che le canta.
Lo vediamo col figlioletto che si arrampica sui suoi ginocchi; poi lui che provoca dalla finestra i muratori: li incita a cantare, ricordando che suo padre lo voleva avviare a quel lavoro, il suo, ma che lui è fuggito a gambe levate. Pochi minuti dopo la scena di lui che insegue il microfono che gli sfugge, una defaillance tecnica che Bobo spettacolarizza in una trovata spassosa. Poco dopo viene ripreso alle prove mentre balla in modo assai virile, cantando “Giulio”, una sua canzone, che descrive un uomo di tutt'altre tendenze. Sempre in bilico fra tenerezza, blanda ironia, ritrosia e guizzi inaspettati di parole e azioni.
In quei pochi minuti è riuscita a darci un'immagine inedita e a fargli dire anche qualche pensiero che sorregge le sue canzoni. Semisdraiato fra i cuscini, a casa sua, Bobo è finalmente rilassato, dopo tanto sgambettare come un cavallo indocile durante le riprese del film.Si capisce che è fra amici e che la cosa più importante per lui è quella.
Lucia Evangelisti03/08/2013, 10:15