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LOCARNO 66 - UN AUTRE VIE, una Trinca "francese"


Presentato a Locarno il film di Emmanuel Mouret con Jasmine Trinca al centro di un triangolo amoroso


LOCARNO 66 - UN AUTRE VIE, una Trinca
Un autre vie
“Un autre vie” di Emmanuel Mouret è (al momento) l'ultimo capitolo della carriera cinematografica “francese” di Jasmine Trinca, attrice italiana lanciata da Nanni Moretti ne “La stanza del figlio”, che dal successo transalpino di quel film in poi ha saputo dividere la sua filmografia tra i migliori registi di “casa nostra” e alcuni tra i più interessanti autori di "oltreconfine".

Questa volta è stato Mouret a chiamarla (dopo averla vista nel film israeliano di Gaspard Ulliel, “La Loi du plus fort”, del 2008), e a volerla come chiave di volta nel triangolo amoroso in cui è “l'altra” che si inserisce, con gesti eleganti e posati, ma convinta e ferma nelle sue intenzioni, tra il lui (JoeyStarr, decisamente inatteso in un ruolo così dimesso) e la lei (Virginie Ledoyen, a cui è affidato nel finale il monologo più riuscito dell'intero lavoro) di turno.

“Un autre vie” è un film che delude, non riuscendo mai a creare empatia tra i personaggi e il pubblico mentre racconta una storia che sui sentimenti (corrisposti o meno, combattuti e (ir)realizzati) poggia la sua ragion d'essere, supportata (anche se sarebbe più consono dire penalizzata) da una colonna sonora pressoché costante e instancabilmente suonata da archi carichi di pathos (pathos tutto su carta e nulla su schermo, purtroppo).

Portata avanti senza motivi apparenti con un continuo alternarsi di flashback e fast forward, la sceneggiatura di “Un autre vie” sembra a tratti quasi una parodia dei melodrammi anni '30-'40 o di alcuni fotoromanzi sbiaditi. Ma così non è, almeno a sentire le dichiarazioni di Mouret.

“Un copione forte che mi ha convinto”: spiega così Jasmine Trinca la scelta di accettare la parte, una sfida particolarmente complicata per lei che ha dovuto recitare in una lingua non sua e per di più nel ruolo di una pianista, che l'ha costretta a imparare anche alcuni nozioni di base dello strumento. Peccato che tanto sforzo sia stato profuso per un film non riuscito, sbagliato in tanti aspetti (anche il miscasting per i ruoli principali è da sottolineare) e “azzeccato” quasi in nessuno.

12/08/2013, 08:51

Carlo Griseri