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LOCARNO 66 - TABLEAU NOIR e VADO A SCUOLA


LOCARNO 66 - TABLEAU NOIR e VADO A SCUOLA
Vado a scuola
Due riusciti, interessanti e validi film documentari sulla scuola conoscono riconoscimento e successo di pubblico al Festival del Film di Locarno, Tableau Noir di Yves Yersin e Vado a scuola di Pascal Plisson.

Tableau Noir trova posto nel Palmarès ufficiale con una menzione.
Una Lavagna (Tableau noir ) di tutti i colori e effervescente di vita è il documentario del regista svizzero romando Yves Yersin che porta allo schermo con partecipazione, competenza e maestria cinematografica la vita della scuola elementare comunale di Derrière Pertius (Val- de Ruz, Neuchâtel) situata in una minuscola frazione di cinque case a 1153 metri di altezza nella località detta La Montagne.

Questa piccola scuola che per motivi finanziari non ha più diritto di esistere è un luogo dove l’apprendimento viene impartito in modo pratico e gioioso. La vita delle scuola è scandita dallo scorrere delle stagioni presenti non come decorazione astratta, ma come aspetto fondamentale di un’esistenza rurale quasi ai confini del mondo odierno. La piccola comunità scolastica composta da 16 allievi di una multi classe elementare e da due docenti è a contatto continuo con la natura, gli animali, le cose e il vivere quotidiano.

Gilbert Hirsch, il maestro titolare, che non solo insegna con passione, ma fa vivere la scuola con il suo impegno e la sua dedizione è il personaggio chiave del superlativo struggente documentario di Yves Yersin, già apprezzato nelle Petites Fugues lungometraggio di grande successo di pubblico e di critica e Grand Prix della Giuria al Festival di Locarno.

Il maestro di Yves Yersin è l’incarnazione dell’educatore “modello”, di colui che quasi per vocazione dedica la sua intera esistenza alla scuola e al tramettere il sapere e a fare amare e apprezzare la natura. Gli allievi di Tableau Noir sono portati allo schermo non come personaggi, ma come bambini della loro età con grande semplicità e comprensione e naturale armonia recitativa. Tutto il lungometraggio è degno di rilievo per la struttura narrativa e la coralità rappresentativa, ma la parte finale, quella che vede la chiusura definitiva della scuola e il forzato abbandono del docente alla sua professione è di grande effetto emotivo. Anni ed anni di realizzazioni e di esperienze positive nel campo dell’insegnamento non potranno aver più continuità unicamente per motivi economici. E’ triste e sconfortante come la nostra società getti alle ortiche anni di esperienze e di dedizione!

Vado a Scuola (Sur le chemin de l’école) del documentarista francese Pascal Plisson, contrassegnato del logo Unesco, acquistato per l’Italia da Academy Two e presto nelle sale narra la toccante storia di Jackson, Zahira, Samuel e Carlito che per andare a scuola nei loro paesi rispettivi: dalle savane del Kenia, ai sentieri tortuosi dell’Atlante in Marocco, dalla baia del Bengala, dalla cordigliera delle Ande devono affrontare numerosi ostacoli: distanze notevoli da percorrere, pericoli di animali selvaggi, incontri spiacevoli, per raggiungere la scuola.

Quattro destini che si intrecciano, quattro storie piene di speranza, accomunate da una incrollabile fede nel futuro che può essere conquistato solo attraverso l’istruzione, ma soprattutto la grande gioia di vivere dei personaggi. Filmato con brio, ritmo e immagini splendide, interessa, fa riflettere e commuove. L’accesso all’istruzione che è solo una formalità nel mondo occidentale, altrove può trasformarsi in vero e proprio viaggio che richiede sforzi e sacrifici. Il mio obiettivo principale- ha dichiarato Plisson- era quello di mostrare la difficoltà con cui si raggiungono le scuole in molti paesi del mondo. Allo stesso tempo, tuttavia, volevo mettere in evidenza la grande forza di volontà di alcune famiglie e la maturità dei loro bambini, il loro essere pronti a tutto pur di accedere a un'istruzione e migliorare il proprio futuro.

Il coinvolgente lungometraggio di Plisson si ascrive di diritto tra i film che tutti dovrebbero vedere per cercare di migliorare il futuro del mondo.

20/08/2013, 18:22

Augusto Orsi