ALTRI TEMPI - Il risveglio dello sceneggiato italiano
Una bella sorpresa "
Altri tempi", anche per gli amanti del cinema che, con un po' di spocchia, ma giustificati al mille per mille, non guardano la tv da anni.
Questo sceneggiato, diretto da
Marco Turco e prodotto da
Matteo Levi e da
Rai Fiction, racconta le vicende di una prostituta ai tempi delle case di tolleranza; la sua morte, la sua vita e le vicende legate al suo luogo di lavoro che divenne nel dopoguerra oggetto della battaglia della
Senatrice Lina Merlin.
Nel film in due puntate di Turco, quelle insopportabili linee guida che fanno di ogni sceneggiato italiano un polpettone indigesto, sono solo accennate e nel contesto appaiono come una forzatura da accettare "obtorto collo", esterna alla linea degli autori. Per fortuna i momenti da Grandhotel sono rarissimi, ben mascherati e lasciano spazio al racconto e alla sua naturale drammaticità.
Anche la scelta di girare molte scene (come la primissima) con la macchina a mano, denota la voglia di cambiare binario, di rinnovare il genere, di aggiornare i prodotti ma soprattutto il gusto degli spettatori che, grazie ai numeri, dettano da anni a chi decide contenuti e stile.
Anche le interpreti, con
Vittoria Puccini e Stefania Rocca in testa, dimostrano di saper fare altro anche se, ad una prima e poco attenta occhiata, sembrerebbe la solita minestra.
Non è così e il dialogo intimo tra la Senatrice Merlin, una tosta
Benedetta Buccellato, e le ragazze del bordello riesce a toccare quell'intimo sincero che fino a ieri si sarebbe preferito nascondere dietro a un fiume di lacrime.
12/10/2013, 09:00
Stefano Amadio