VIEW 2013 - Cronache della terza giornata - Parte 2


VIEW 2013 - Cronache della terza giornata - Parte 2
Antonio Farina di Reludo con l'intervento “Consigli di un vecchio sviluppatore indie” e Giuseppe Enrico Franchi della torinese 34 Big Things con “Un altro tipo di startup” hanno dato il via ai lavori nel pomeriggio della terza giornata di View Conference a Torino, ultimo momento del programma di giovedì dedicato al mondo dei videogames.
Già creatore di Milestone, Farina con Reludo è 'ripartito' nel mondo dei giochi. “I veri indie, quelli puri, non guadagnano nulla, e sono i più. Essendo tornato indie con Reludo, azienda in cui io al momento svolgo tutti i lavori in prima persona e da casa, mi sento di riassumere la mia esperienza attraverso dieci consigli validi per tutti: conosci il tuo mercato, vedi chi sono i tuoi potenziali clienti e se c'è uno spazio prima ancora di scrivere una sola linea di codice; mai abbandonare la propria passione; costruite relazioni (soprattutto in questo periodo...), un network di conoscenze è fondamentale per crescere e creare opportunità; siate curiosi; ricordate che la strada per il successo è sempre più lunga di quello che si possa pensare; fatevi ispirare da ciò che si ha intorno, non vale la pena essere troppo creativi; specializzatevi; puntate sulla qualità; abbiate presente che il successo di un prodotto è nel suo guadagno, e infine, come diceva Steve Jobs, 'I veri artisti mandano il prodotto in distribuzione', non serve ed è controproducente rifinire all'infinito il proprio prodotto. A questi ne aggiungo un ultimo: Dante nella 'Divina Commedia' diceva 'Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza', la vita è una sola, se avete una passione portatela avanti fino in fondo”.
Franchi ha raccontato la giovane esperienza di 34 Big Things, nata a inizio 2013 da quattro giovani soci. “Un anno fa eravamo studenti, abbiamo deciso di metterci un po' in gioco con una cosa nostra: siamo orgogliosi, siamo motivati e vogliamo dirvi qualcosa che può essere utile a tutti voi”, ha detto alla platea. “La bella idea ci vuole, certo, ma il 90% delle startup fallisce, la realtà è purtroppo diversa da quella che ci raccontano: abbiamo pensato a un progetto diverso, la nostra azienda è in parte startup e in parte 'spin off'. Tra i benefici di questa condizione ci sono la sicurezza e la libertà, mentre le difficoltà pratiche sono tante, la burocrazia, i rapporti con le banche e le tasse tra le altre. Bisogna organizzarsi molto bene, cercare la collaborazione con gli stessi clienti, sapersi adattare e cambiare i propri piani in corso d'opera”.

Tre appuntamenti cinematografici hanno chiuso il pomeriggio: prima Henrik Fett – co-fondatore di Look Effects – ha raccontato il making del film “Warm Bodies”, una zom-rom-com (zombie romantic comedy) di grande successo. Girato a Montreal, il film ha voluto “più di 300 shot di effetti, oltre 10 mesi – e circa 40-45 persone addette – per la post-produzione, e ci ha spinto a creare una nuova sede in Canada del nostro studio”.
Un film con tantissimi zombie (che tornano a View dopo la presentazione di ieri sui vfx relativa a “World War Z”), realizzati in due modi: “Quelli 'normali' erano ottenuti con trucco e protesi, mentre il nostro lavoro più significativo è stato la creazione degli ossuti, gli zombie più 'anziani', irrecuperabili e pericolosi. Jonathan Levine, il regista del film, voleva abbracciare il mondo degli effetti speciali, ma non li conosceva per nulla, non sapeva cosa fosse possibile fare e quanto potesse costare: per fortuna è stato molto disponibile e collaborativo, e il risultato finale del lavoro fatto insieme è stato eccellente”.

Troy Saliba, già ospite di VIEWFest, ha mostrato gli effetti speciali de “Il grande e potente Oz”, concentrandosi sull'esperienza della pre-produzione e delle riprese di quel film. “Voglio parlare di questa enorme avventura, sono già passati un paio d'anni da quando ci siamo recati (eravamo 300-350 persone!) in Michigan per girarlo. Le sfide erano tante, c'erano enormi ambienti digitali, personaggi mitici da dover inventare, un mondo da creare partendo dalle still images forniteci dal reparto art direction”.
Il coinvolgimento dell'animatore varia da film a film, in questo caso “sono stato coinvolto dall'inizio per aiutare Sam Raimi, il regista, a trovare il modo migliore in cui creare i personaggi. Stare sul set è stata una vera esperienza, è difficile anche solo trovare un posto in cui sedersi vista la mole di gente che vi lavora!”.
La sfida principale è stata realizzare la scimmia parlante e volante (interpretata in originale da Zach Braff) e la bambola di porcellana (con la voce di Joey King): visualizzare quegli effetti in fase di ripresa non è stato semplice, il lavoro è andato “oltre a quello tipico di un animatore, dovevamo studiare le soluzioni migliori per agevolare il nostro lavoro successivo senza compromettere quello degli attori, del regista e degli altri membri della troupe. L'opportunità di lavorare al progetto già dalla fase iniziale, dalla pre-produzione è stata molto importante oltre che preziosissima”.

Infine, la giornata si è chiusa con un incontro speciale denominato “Raccontare storie con animazioni e visual effects”: sul palco tutti insieme ancora Stephan Franck, Peter Muyzers e Troy Saliba, insieme ad Andrew Merkin di Mirada e Adam Volker di Moonbot.
Focus dell'edizione 2013 di View, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, è l'attenzione alla narrazione, allo storytelling, e in quest'ottica è stata pensata la tavola rotonda: l'occasione di sentire parlare artisti impegnati in diverse fasi della lavorazione di film e videogames è stata molto apprezzata dal pubblico, che ha interagito con gli ospiti cercando di capire quali sono (e possono essere) le storie più apprezzate, più importanti e che magari prossimamente vedremo sul grande schermo. Come il digitale ha cambiato il modo di raccontare le storie? Quali sono le difficoltà maggiori nel lavorare agli effetti visivi di un film la cui storia è magari ancora in fase di scrittura, ancora da completare? Come superare il blocco da 'pagina bianca' prima di approcciare una storia? Quanto spazio c'è per l'aspetto educativo nel lavoro? Quanto è importante la fantasia, e quanto l'immediatezza dell'approccio? Sono solo alcune delle domande poste agli ospiti della tavola rotonda, due ore di dialogo ricche di spunti e di ispirazione per tutti i presenti.

17/10/2013, 20:00

Carlo Griseri