FESTIVAL DI ROMA 8 - Jonathan Demme si racconta
Nonostante sia entrato di diritto nell'Olimpo hollywoodiano con "Il silenzio degli innocenti" e "Philadelphia",
Jonathan Demme ha sempre dimostrato una predisposizione verso il cinema indipendente e verso i personaggi della provincia americana, forse perchè il grande cineasta americana è stato allievo di Roger Corman: "
posso considerarlo un maestro, incontrare Corman è stato un momento unico, di quelli che ti capitano una volta nella vita".
Eccentrico ed incapace di ripetersi, Demme ha idee chiare sul modo di fare cinema: "
Per me, la chiave di una buona regia è far lavorare tutte le persone che ruotano intorno al film, dagli attori all’operatore, ognuna delle quali racconta una storia e ha una responsabilità completa".
Al Festival di Roma è presente con "
Fear of Falling", in anteprima assoluta nella sezione CinemaXXI, dedicata alle nuove tendenze del cinema mondiale. Si tratta di una trasposizione cinematografica di un racconto di Henrik Ibsen, e racconta la storia di un celebre architetto, sempre più prigioniero delle sue fantasie:"
Pensavo sarebbe stato facile trasportare il teatro al cinema. Invece mi sono reso conto che non è affatto semplice, perché il tipo di performance teatrale non è adatta per il cinema".
La carriera del regista americano, partita con le produzioni a basso costo, è approdata per breve tempo a lidi più remunerati e ben finanziati delle grandi major, per poi ritornare ai piccoli budget e all’indipendenza con "The Manchurian candidate" del 2004:"
Mi resi conto che non mi divertivo più tanto e capii che le produzioni ad alto budget erano troppo impostati a formule rigide, per non parlare della responsabilità di fare un film che almeno pareggi il bilancio".
11/11/2013, 12:28
Monica Straniero