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TFF31 - Conversando con "La pazza della porta accanto"


TFF31 - Conversando con
"Mi vuole conoscere? Diciamo che i poeti sono inconoscibili...".
Lei è una donna diretta, di quelle che ti sanno parlare con gli occhi, con la pancia e con il cuore in un sol momento, che prima di farlo mettono subito le cose in chiaro, dettano le regole del viaggio, ma poi sanno come renderti quel viaggio un'esperienza unica.

Lei è Alda Merini, icona della poesia del '900, scomparsa nel 2009 e da quel momento fortemente rivalutata. A rendere omaggio alla donna, prima ancora che alla poetessa, è Antonietta De Lillo, che a distanza di dieci anni da "Pianeta Tonino. Incontro con Tonino Guerra", con "La pazza della porta accanto, Conversazione con Alda Merini" torna a "dipingere" un ritratto di una grande personalità italiana della cultura italiana.

Partendo da una lunga intervista del 1995, presente nell'Archivio Megaris, la De Lillo da ampio spazio ai racconti della Merini, sensuali, forti, emozionanti, inframmezandoli con immagini che richiamano la solitudine e l'abbandono, due stati dell'animo umano fortemente vissuti dall'artista milanese.

Amore, morte, sofferenza, politica, sesso, dolore. C'è di tutto in quel fiume in piena di parole, in quel flusso continuo di ricordi e sensazioni, e non riesci a staccare gli occhi da quelli della Merini, perché se è vero come dice che nello sguardo dell'altro puoi leggerci il vissuto, il suo è di quelli che ti riempie.

A differenza dei tradizionali biopic, ne "La pazza della porta accanto, Conversazione con Alda Merini" non compaiono immagini d'archivio o testimonianze di chi l'ha conosciuta o ha avuto modo di collaborarci. C'è solo lei, Alda, con le sue rughe e la sua fredda sensualità. E tanto basta per catturarti completamente.

25/11/2013, 15:27

Antonio Capellupo