Note di regia de "Il Cinema Bevilacqua"
Ogni cinema ha la sua storia.
Papà, spiegami allora a che cosa serve la storia.
Il documentario Il cinema Bevilacqua si concentra proprio sul concetto di storia, per delineare un racconto di uno spazio dimenticato nellʼentroterra veneziano, ma assieme a questo anche quello di un uomo. Il territorio, lontano dallʼimmagine edulcorata di Venezia, è un luogo in cui i ricordi sono stati rimossi per fare spazio allo sviluppo.
Lʼimmagine del cinema è lʼimmagine di una memoria dimenticata, di unʼassenza, quella di Toni Bevilacqua, un campione che ha gareggiato nel periodo dei grandi campioni (Coppi Bartali).
Il documentario ha lʼintenzione di concentrarsi proprio sui concetti di immaginario e di memoria - pubblica e privata - declinandoli all'interno della sfera familiare e in quella sportiva e popolare. L'obiettivo non è stato quello di realizzare un documentario di testimonianze di chi ha frequentato il cinema, ponendosi dunque solo dalla parte degli spettatori, ma di ricostruire un ritratto privato, intimo sul personaggio di Bevilacqua attraverso il racconto della sua famiglia e delle persone custodi della sua memoria.
Il racconto è costruito su livelli, che vogliono uscire dalla consuetudine documentaristica televisiva. I silenzi, le parole e i suoni hanno lʼobiettivo di ricreare unʼatmosfera immersiva che la ricerca ha effettivamente espresso.
Filippo Baracchi