Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di produzione de "Il Cinema Bevilacqua"


Note di produzione de
Il documentario Il cinema Bevilacqua è stato completamente autoprodotto dall'associazione culturale Settimo Binario che ha sede e opera nel paese dove sorgeva il cinema – oggi supermercato. Hanno collaborato alla produzione anche Filippo Baracchi e Cecilia Irene Massaggia; i coproduttori sono Simone Cancian e Antonio Ricossa - CineuraniA. Il film è stato realizzato grazie al contributo di molti amici e sostenitori, nonché di numerose istituzioni quali la Federazione Ciclistica Italiana, il Museo Storico della Bicicletta di Cesiomaggiore (BL), il Centro Documentazione sulla Città Contemporanea di Mestre, il Centro Sperimentale di Cinematografia, Circuito Cinema di Venezia, la squadra ciclistica Libertas di Scorzè (VE), MilanoSport e la Deutsche Kinemathek di Berlino.

Il documentario appartiene ad un progetto crossmediale dedicato ai cinema scomparsi e dimenticati nel Comune di Venezia. Il cinema Bevilacqua infatti era soltanto una delle numerosissime sale di seconda e terza visione che negli anni Cinquanta e Sessanta costellavano lʼentroterra veneziano, rappresentando il principale punto di aggregazione e di socialità della comunità.

Il blog del progetto - settimobinario.it/ilcinemabevilacqua - raccoglie lʼintera ricerca condotta dagli autori del documentario, spaziando tra i numerosi temi emersi durante la stesura del trattamento: il ruolo del cinema allʼinterno del paese, la vita negli anni Sessanta, lʼeffetto catalizzatore del ciclismo, la famiglia Bevilacqua. Le ricerche si sono snodate a partire dall'unica pubblicazione dedicata a Toni Bevilacqua, Labròn (2002), un libro a cura del giornalista Claudio Gregori, penna storica della “Gazzetta dello Sport” e grande estimatore di Bevilacqua.

Poi la ricerca si è sviluppata liberamente attraverso incontri e interviste con testimoni più o meno diretti della vita di Toni e del suo cinema, oltre che del paese in cui sorgeva e della rilevanza del ciclismo nell'Italia degli anni Cinquanta. Gli autori hanno così incontrato i figli di Toni, la moglie Adriana, alcuni ex compagni di squadra come Bortolo Bof e Giovanni Pinarello, i componenti del gruppo che prese in gestione la sala quando divenne centro culturale. La ricerca si è protratta complessivamente per un paio di anni ed è sfociata in un trattamento di massima che, come in ogni documentario che si rispetti, si è rivelato giusto una traccia da cui partire.

La realizzazione vera e propria del documentario si è protratta per un paio dʼanni ed è stata condotta con il pieno sostegno e collaborazione della moglie di Toni, Adriana Fregonese, e dei suoi figli, Franco e Lucio. Alla realizzazione e alla produzione del film hanno preso parte soci dell'associazione Settimo Binario e collaboratori esterni provenienti da università, accademie e scuole di cinema.

Pur raccontando una storia locale, il documentario ha avuto la forza di collegare tra loro città diverse e lontane: Mestre e Venezia, ma anche Milano e Roma. Alcune riprese infatti sono state effettuate presso il famosissimo velodromo Vigorelli di Milano, altre presso Villa Farsetti, costruzione settecentesca non lontana dallʼaffascinante Riviera del Brenta. Si sono attraversati quegli spazi campestri che il giovanissimo Toni Bevilacqua percorreva in bicicletta prima di essere consacrato campione delle due ruote e che oggi sono stati massicciamente urbanizzati. Come ricorda Gregori nellʼintervista che ha rilasciato, il Veneto una volta era “bellissimo”. I materiali di repertorio hanno richiesto unʼattenzione particolare. Non esistono molte testimonianze video relative alla vita agonistica di Bevilacqua, tuttavia gli autori sono riusciti a ottenerne alcune emblematiche. Questi materiali sono stati inseriti allʼinterno del film arricchiti da un sapiente lavoro di montaggio sonoro.

Il montaggio e il missaggio del suono sono stati curati da Cecilia Irene Massaggia e Antonio Ricossa; insieme al regista, si è cercato di restituire alcuni ambienti sonori del passato ormai del tutto scomparsi, così come si è scelto di ricostruire il commento sonoro ai video di repertorio, rinnovando la musica e inserendo un nuovo parlato. La voce recitante è di Alessandro Quattro, diplomato alla Civica Scuola dʼArte Drammatica Paolo Grassi di Milano e attore diretto da Giuseppe Bertolucci, Saverio Costanzo, Tom Tykwer e Gabriele Salvatores.