STILL LIFE - Da Venezia, per Natale, un film di qualità
Dopo i riconoscimenti di Venezia,
Still Life esce in Italia. Un film di qualità che arriva in sala sotto Natale fa sempre notizia e questo di
Uberto Pasolini riuscirà sicuramente a battersi alla pari con le grandi produzioni americane, i cartoni e i nostrani panettoni.
Premio miglior regia nella sezione Orizzonti di Venezia 70, il film è in parte inglese in parte italiano; oltre al regista, che però vive all'estero da molto tempo, c'è anche la Rai come partner di produzione, mentre l'ambientazione, il cast e la troupe (tranne il direttore della fotografia
Stefano Falivene) sono inglesi e , purtroppo per noi, si vede.
Alla Mostra di Venezia in molti si sono chiesti come mai un film come questo non fosse in Concorso ufficiale, visto il riscontro di pubblico e critica; i giornalisti di cinema, del Sindacato Nazionale, gli hanno attribuito il
Premio Pasinetti che Pasolini ha ritirato dalle mani del presidente del SNGCI
Laura Delli Colli, durante la presentazione romana in vista dell'uscita.
"Ho poca immaginazione - ha detto
Uberto Pasolini - e ho bisogno di rubare dalla realtà per creare situazioni interessanti". Il regista ha raccontato di aver frequentato per sei mesi l'ambiente londinese del servizio funerali che si occupa di gestire coloro che muoiono completamente soli. "L'idea mi ha affascinato quando ho visto una tomba completamente abbandonata - ha proseguito il regista - e mi sono chiesto, come credo tutti facciano, se qualcuno sarebbe venuto al mio funerale. Di lì ho scoperto l'esistenza di questo servizio, di queste persone, dipendenti comunali, che si occupano di trovare parenti e di organizzare funerali e sepoltura".
"L'ossessività del protagonista, è la mia. Ma dentro c'è anche molto delle persone che ho incontrato in questi sei mesi. Un po' di ognuno".
Il film racconta la storia di un uomo, interpretato dal bravissimo
Eddie Marsan, che occupandosi di queste persone morte senza nessuno, finisce per capire che anche la sua vita, malgrado tutto, potrebbe finire nello stesso modo. L'ultimo "caso" lo porta su una strada che gli cambierà la percezione della vita e il suo atteggiamento, facendolo aprire agli altri.
"Mi interessava raccontare il film a basso volume, senza eccessi. Credo che sia il modo migliore per attirare l'attenzione di chi veramente è in cerca di qualcosa. Gli spettatori distratti, li perdi quasi subito, ma gli altri, se sanno aprire bene le orecchie li catturi e li porti con te fino alla fine del film" ha aggiunto Pasolini.
Un regalo di Natale per chi apprezza il cinema di qualità ed è capace di sintonizzarsi su una storia che fa riflettere sulla situazione di alienazione e solitudine che molti vivono oggi nelle grandi città e non solo.
LA RECENSIONE DI CINEMAITALIANO10/12/2013, 08:25
Stefano Amadio