AUDIOVISIVA AMATORIALE - Un 'breviario' per capire
Per chi ama il cinema più sperimentale e meno canonico, per chi (ai festival, o nell'unico altro spazio concesso, le notti di Fuori Orario...) si è fatto in questi anni conquistare da lavori insoliti e originali come "Quattro notti di uno straniero", o "Piano sul Pianeta" o "Je suis Simone" (in concorso al TFF): il libricino
"Breviario di estetica audiovisiva amatoriale" di Fabrizio Ferraro (gruppo amatoriale), edito da DeriveApprodi nel 2006, è e rimane un testo imprescindibile.
Dalla quarta di copertina: "
Dobbiamo liberarci dalle immagini e non essere ostaggi di esse.
Liberarsi dalle immagini vuol dire riuscire a collocare le nostre percezioni visive in un processo di composizione tra la percezione e la conoscenza, tra l’immagine e l’intelletto, tra la materia e lo spirito.
Le immagini sono necessarie alla formazione dei concetti, anche le nostre astrazioni immaginative non possono che essere prodotte dall’immagine, ma dobbiamo chiarire un punto, che l’immagine non è un concetto e non rappresenta la natura, ma un contatto con il mondo naturale, un proseguimento di relazione materiale.
Partire dalla percezione visiva per sottrarsi all’apparente verità del visivo".
Un libro breve ma che invita a riflettere su cosa sia oggi il cinema 'militante' e sperimentale, su cosa si debba (o meglio si possa) ricercare in una visione, su cosa siano i festival di cinema e su cosa si dovrebbe ricercare in quelle occasioni.
10/12/2013, 11:45
Carlo Griseri