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L'AngOlO StrAnieRo - La realtà e il sogno


"I Segreti di Walter Mitty", di e con Ben Stiller, pone l'accento sull'importanza di sognare ma anche sulla necessità, nella vita, di agire


L'AngOlO StrAnieRo - La realtà e il sogno
Ben Stiller in "I Segreti di Walter Mitty"
Chi non ha avuto una giornata talmente noiosa da immaginare di essere altrove, qualcun altro, o di fare qualcosa di diverso?
È il caso di Walter Mitty, interpretato da Ben Stiller, capo del reparto dei photo editor a Life magazine, ma soprattutto sognatore incallito che di straordinario ha la capacità di trasferire le frustrazioni quotidiane in un mondo di selvagge e bizzarre fantasie, in cui lui è l'eroe di incredibili imprese e appassionate storie d'amore.

Riadattamento in chiave moderna di un breve racconto di James Thurber del 1939, "I segreti di Walter Mitty", per la regia dello stesso Stiller, è un mix di generi, a tratti poco convincente, che tra dramma, commedia e fantasy pone al centro della storia un personaggio nel quale tutti possano ritrovarsi. "Qualcuno che sembra stia semplicemente passando attraverso la vita moderna e che in realtà ne sta vivendo una completamente diversa nella sua testa", come dichiara lo stesso regista.

Ma quando rischia di perdere il lavoro, Walter, incoraggiato anche dalla collega di cui è segretamente innamorato, partirà per una vera avventura. Insieme si metteranno alla ricerca di un fotografo, Sean Penn in un perfetto cameo, che nell'era di internet invia un telegramma per far sapere che è in possesso del negativo della foto scelta come copertina dell’ultimo numero cartaceo del magazine.

Eppure è l'estetica del film, dai successi di David Bowie ai bellissimi paesaggi dell’Islanda, della Groenlandia e dell’Himalaya, a trionfare su una sceneggiatura semplice che attinge nei più celebri action movie americani per ricreare le mirabolanti avventure di Walter. Almeno fino a quando Stiller decide che è arrivato il momento per il suo protagonista di passare dai sogni all'azione.
Così la storia perde di interesse e inciampa nella retorica della scoperta di sé in un mondo sempre più spersonalizzato ed elettronico, mentre il divario incolmabile tra la monotonia dell'esistenza e i vivaci mondi interiori si materializza davanti agli occhi degli spettatori.

24/12/2013, 08:55

Monica Straniero