Note di regia del cortometraggio "Blood Flow"
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Blood Flow" è una storia sugli invisibili della società, i tossicodipendenti, soggetti spesso odiati, allontanati e dimenticati dai più. Ho voluto testimonarie questo pregiudizio sintetizzando il concetto in una sola battuta: “Se sparisce un infermiere qualcuno se ne accorge ma se sparisce un tossico non frega niente a nessuno”. Ma non è solo questo l'argomento trattato in "
Blood Flow", c'è anche l'amore/odio tra due fratelli, così diversi ma così complementari e l'idea oggettiva d'immedesimazione nel vivere una vita che non ci appartiene. Ho sempre odiato i film pedagogici, retorici e moralistici, ho voluto perciò disegnare “Blood Flow” senza alcuna scelta di campo, ma rimanendo dalla parte dello spettatore, incrementando così la suspance e la tensione. Non ritengo il cortometraggio un classico "film sul sociale", ma un opera che inun turbinìo emotivo riesce a portare lo spettatore a delle conclusioni esclusivamente soggettive, vagando nel proprio immaginario. Se questo dovesse accadere potrò dire di aver raggiunto il mio principale obiettivo.