Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia di "Sotto una Buona Stella"


Note di regia di
Non mi metto mai a calcolare cosa si aspetta il pubblico da me. Ma cerco una mediazione tra quello che mi sento di affrontare e quello che il pubblico potrebbe gradire nel veder rappresentata una dinamica che fa parte del tempo attuale. Cerco, in poche parole, di raccontare debolezze, nevrosi, sbandamenti, vittorie e sconfitte del tempo che viviamo. Ne è venuta fuori (con la collaborazione di Pasquale Plastino, Gabriele Pignotta e Maruska Albertazzi) una commedia di stampo teatrale, nel senso che vive molto di situazioni all’interno della casa dove io, i miei due figli (Tea Falco e Lorenzo Richelmy), una nipotina di tre anni e la nuova inquilina Luisa (Paola Cortellesi), sviluppiamo il cuore del racconto.

Avevo bisogno di un bravo scenografo che descrivesse il mio personaggio attraverso il design della casa, elegante ma allo stesso tempo priva di una vera definizione caratteriale. Una casa dove poter sfoggiare, a prima vista, un benessere economico ma alla fine privo di “anima”. L’ampiezza della costruzione a Cinecittà doveva assolutamente rendere dinamiche le varie scene, evitando la trappola della claustrofobia. In questo Tonino Zera è assolutamente riuscito, mettendo il direttore della fotografia Ennio Guarnieri nella condizione di sentirsi libero di muoversi, e permettendo a me di disegnare il dinamismo nelle varie sequenze sfruttando larghi spazi. Insieme a questi due grandi professionisti abbiamo stabilito i colori base della casa, al fine di raggiungere un’eleganza nell’immagine assai rara nelle nostre commedie. La scelta di ambientare il racconto della famiglia Picchioni all’Eur è dovuta al desiderio di allontanarci dalle solite location e dai soliti quartieri che la commedia, a Roma, predilige.

Tornare a collaborare con Ennio Guarnieri è stato un vero, grande piacere. Il fatto di averlo avuto nel 2012 come direttore della fotografia in “Cenerentola” di Rossini (impresa difficile e coraggiosa perché in diretta e in mondovisione per la tv) mi ha fatto ritrovare una grandissimo amico e professionista, veloce, elegante e assolutamente padrone del nuovo sistema digitale. Grande, poi, è stata la felicità nel ritrovarmi accanto colui che filmò due film essenziali nella mia carriera: “Un Sacco Bello” e “Borotalco”. Il suo carattere positivo e pieno di entusiasmo mi ha spinto ad una lucidità e creatività registica della quale avevo molto bisogno.

Paola Cortellesi è una delle poche attrici con cui non avevo ancora lavorato: mi è sempre piaciuto il suo senso della misura e l’efficacia di una personalità molto solida, unita ad una rara capacità di muoversi con disinvoltura sia nel campo della commedia che in quello drammatico. E’ stata una compagna di lavoro splendida con la quale mi piacerebbe affrontare una nuova avventura, il nostro interagire è stato perfetto, possedendo entrambi quasi un’identica chiave ironica nel captare piccoli dettagli delle nevrosi odierne.

Per quanto riguarda Tea Falco, l’avevo notata su YouTube qualche anno fa in piccole performance da cinema underground dei primi anni ‘70. Trovavo il suo primo piano straordinario e la sua personalità assolutamente fuori dagli schemi odierni. Dopo averla vista nel film di Bertolucci mi sono convinto che poteva essere “l’accento astratto” del cast, una figlia assolutamente particolare ma anche riconoscibile, nella sua originalità, per chi sa osservare bene un certo mondo giovanile creativo.

Lorenzo Richelmy, nel ruolo di mio figlio, viene dal Centro Sperimentale. E’ assolutamente interessante nel volto e nella recitazione, avrà senza alcun dubbio un futuro di grande spessore; gran professionista, serio e rigoroso nonostante la giovane età, possiede un bel talento che non potrà che crescere sempre di più. Eleonora Sergio (nel ruolo di Gemma, la giovane compagna che avrò nella prima parte della vicenda) possiede ottimi tempi recitativi, personalità forte e avvenenza: tutto ciò di cui necessitava questo personaggio. La sua presenza diversifica profondamente ognuno dei caratteri che animano questa commedia.

Dovrei citare tutti coloro che hanno preso parte al film, ma sono tanti veramente, a tutti va il mio ringraziamento per il loro apporto più che positivo.
Non posso non citare il lavoro notevole delle maestranze di Cinecittà. Se ho potuto girare in questi studi lo devo ai miei produttori Aurelio e Luigi De Laurentiis che hanno assecondato il mio grande desiderio (ma anche il loro) di tener viva una grande struttura dove c’è tanto talento e professionalità che meritano di essere esaltati in momenti così difficili.

Insomma… Penso di aver messo cuore, sincerità, divertimento e un pizzico di malinconia che, nei miei film, non manca mai. Con onestà ho affrontato un tema assolutamente attuale: la difficoltà di essere genitore e l’incapacità di entrare in contatto con i propri figli. Ma con un finale che ho sentito di indirizzare verso una nota positiva. Io stesso ho bisogno di credere che un futuro migliore, da tutti i punti di vista, dovrà prima o poi concretizzarsi. E rendere i nostri ragazzi fiduciosi che “una buona stella” potrebbe apparire, per loro, prima del previsto. Se lo meritano più di noi genitori.

Carlo Verdone