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Note di regia de "La Terra e il Vento"


Note di regia de
Nell'affrontare il mio primo film, dopo una serie di cortometraggi e documentari in cui avevo alternato uno stile classico ad uno più libero, sperimentale in un certo senso, ho optato per un scelta ben precisa. Innanzitutto ho escluso a priori che, trattandosi di un film sui giovani girato in alta definizione digitale, dovessi girarlo “a spalla” secondo un'estetica realistico-documentaristica o presunta tale, volta a restituire la verità o l'attualità della vicenda. Nulla di tutto questo. Ho preferito, considerandolo l'unico possibile, uno stile classico, lineare, senza essere schematico secondo i dettami televisivi, che richiamasse in qualche modo l'estetica dei film italiani degli anni '60 ma anche quella dei film americani degli anni '70. Anche la scelta cromatica, quindi della fotografia, è andata nella direzione di colori pastello, molto vividi e netti, complice il tono dei colori invernali, evitando la cartolina bucolica della Toscana immersa nel caldo afoso dell'estate.

Ho fatto ampio uso dei carrelli per avvolgere i personaggi e la storia in uno sguardo che fosse insieme partecipe e distaccato, osservativo e narrativo al contempo che è poi il mio rapporto con tutti i personaggi, un misto di affetto e approvazione ma anche di distanza critica, che mi ha permesso di svelare luci e ombre di ognuno oltre che concedermi qualche parodia di certi cliché sociali oggi di moda. In questo, miei grandi complici sono stati gli attori, sempre pronti a riflettere criticamente e a vivere a fondo il proprio personaggio. Anche l'uso della steadycam mi è stato prezioso non tanto per supplire al carrello laddove non fosse possibile montarlo, quanto nel raccontare con immediatezza e fluidità alcune scene, a volte anche per esprimere al meglio violenza o paura come nella scena del litigio tra Riccardo e Simone. Ho evitato invece effetti come ralenti o effetti sonori sintetici per restare in una dimensione naturalistica, quasi da tableux vivant, lavorando su un montaggio classico ma ritmato e su una colonna sonora dal sapore vintage, fatta di suoni acustici e classici (a parte l'inserto rock del prologo e dell'epilogo) che richiamasse una certa tradizione popolare.

Sebastian Maulucci