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"Prapatapumpapumpapŕ" in anteprima al BIF&ST


Lo spettacolo teatrale “Il Bene mio – la vita e le canzoni di Matteo Salvatore” č andato in scena l’ultima volta il 10 febbraio 2012 al Teatro Petruzzelli di Bari. Da questo eccezionale documento che vedeva come protagonista Marco Alemanno e Lucio Dalla, parte il viaggio di Renzo Arbore nel film documentario di Cosimo Damiano Damato, prodotto da Marcello Corvino per Promo Music Cinema in collaborazione con il Comune di Manfredonia.

Arbore racconta la straordinaria avventura poetica e musicale di Matteo Salvatore, uno dei padri della musica popolare del Sud. Sono Moni Ovadia, Lunetta Savino, Teresa De Sio, Erica Mou, Vito Signorile, Savino Zaba e gli stessi Lucio Dalla e Renzo Arbore a rileggere il repertorio di Salvatore, riarrangiato dalla virtuosa violinista H.E.R, le coreografie sono di Alessandra Gaeta, la sapiente direzione della fotografia č affidata a Gianni Galantucci. Il film č un vero doppio-omaggio a Matteo Salvatore e Lucio Dalla, due artisti diversi ma ambedue amati dal popolo, un caso del destino che gli ha fatti incontrare proprio in quel mondo fantastico che č la musica. Salvatore viene raccontato da Renzo Arbore attraverso un viaggio nella sua Apricena e con alcuni contributi video inediti che vedono il cantante folk esibirsi dal vivo ( preziose registrazioni realizzate al Teatro Abeliano di Bari negli anni 90 ).

"Prapatapumpapumpapŕ" racconta non solo la musica popolare e folk di Matteo Salvatore ma anche la sua straordinaria vita da artista sregolato e naif e ripercorre l'infanzia di Matteo, la povertŕ, i soprusi dei “padroni” e la vita di strada, tutta vita vissuta che poi ha ispirato le sue canzoni. Pagine intense ispirare dalle canzoni di Matteo Salvatore che narrano di un Sud magico e maledetto ma anche straordinariamente puro nella sua bellezza. Ai ricordi di Arbore si alternano le immagini dello spettacolo “Il bene mio” scritto e diretto da Damato il 13 settembre 2011 davanti a diecimila persone in Piazza Giovanni XXIII nella cittŕ di Manfredonia e altre immagini tratte dallo spettacolo teatrale nella nuova versione del 2012 registrato al Teatro Petruzzelli che presentano Marco Alemanno nelle vesti di un moderno aedo, rivelando un movimento di voce che rievoca una favola che affonda nel neorealismo con un canovaccio ispirato dai racconti di Renzo Arbore che grazie alla drammaturgia di Cosimo Damiano Damato e la supervisione di Raffaele Nigro assume lo stile del teatro-canzone di narrazione riscoprendo dei capolavori della musica folk.

"L’anima del Sud impregna le canzoni di Matteo Salvatore, una autentica bandiera sociale, per il modo in cui ha condotto la propria esistenza, ed un artista che ha conferito alla sua musica una forte funzione provocatoria di denuncia". Parola di Lucio Dalla, che nello spettacolo interpreta alcune straordinarie canzoni, fra cui, Lu bene mio, Lu monaco cercatore ed una commovente versione del classico napoletano “Anema e core”. Il dopoguerra segnato dalla miseria, che Matteo conosce sin da bambino, č un tema ricorrente nei suoi testi. Fame nera e lotta per la sopravvivenza si ritrovano nella sua poetica. Ma Salvatore non racconta solo la miseria, con un lirismo unico compone melodie dolcissime con sfumature dolci e dolenti.

Matteo Salvatore conquista con le sue ballate allegre, ma apprezzato anche dagli intellettuali, grazie alle sue struggenti ballate di vita contadina, non c’č per lui miglior definizione di quella che gli diede Italo CalvinoMatteo Salvatore č l'unica fonte di cultura popolare in Italia”. Questo film documentario, recupera attraverso il linguaggio del teatro-canzone anche la terra pugliese, simbolo delle piů intime radici culturali e popolari.

Dopo “ il volo” di Lucio Dalla il 1 marzo del 2012 il testimone dello spettacolo “Il bene mio”, č stato affidato a Moni Ovadia (sempre diretto da Damato), debuttando con successo all’Arena del Sole di Bologna il 15 novembre 2013 e con due settimane in cartellone al Teatro Vittoria di Roma.
"Considero Matteo Salvatore uno dei piů grandi bardi della canzone di tutti i tempi. Matteo Salvatore puň stare alla pari con Leonard Cohen, Bob Dylan, con Vladimir Vysotskyi, con Jacques Brel" – spiega Moni Ovadia - "E’ un autentico gigante. Penso che sia colui che ha cantato nel modo piů assoluto la condizione degli ultimi".

"Quando l’ho conosciuto, l’ho adottato! Sorrido pensando a lui, era assolutamente Naif" - racconta Renzo Arbore "- Matteo mi spiegava spesso la genesi delle sue canzoni, le origini de Lu Sovrastante, Padrone mio, Le quattro stagioni del Gargano che ritengo sia uno dei grandissimi capolavori della musica popolare. Quelle canzoni bellissime rischiano di cadere nel dimenticatoio. Vorrei veramente che ci fossero dei nuovi musicisti, musicologi, intellettuali che riscoprissero la meravigliosa fantasia che alimentava il folk italiano.
...Mi sono meravigliato della sua poetica, sembrava che avesse letto i poeti popolari. Ho trovato delle similitudini fra le sue canzoni e quelle dei contadini cubani, evidentemente la terra ha una sua poetica.
Ritengo che sia compito di un artista fare giustizia fra gli artisti….Sono tanti gli artisti da recuperare, quelli noti, quelli dimenticati, quelli che vanno valorizzati e riscoperti. Il compito per uno come me č proprio quello di recuperare la musica popolare italiana, io non la chiamo musica leggera, ma canzone
".

20/03/2014, 17:01