Note di regia di "E ci si trova dall'altra parte"
Il passato struttura il quotidiano ed il futuro. Tuttavia, certi avvenimenti vanno al di là della nostra comprensione nel momento in cui li viviamo. Nel frattempo, le persone restano, s’adattano, evolvono. Questo vissuto umano costituisce per me la molla ed il pretesto per incontrare le persone, evocare i loro ricordi, disegnare le loro visioni dell’avvenire.
Così iniziava la “nota d’intenzione” tradotta in italiano del dossier scritto in francese nel 2010 … E’ la prima volta che mi si chiede una “nota di regia” dopo aver terminato il film. Ed ogni film ha la sua vita, e la sua visione cambia col tempo anche nella mente del suo autore … Quando tutto cominciò, ormai 6 anni fa, avevo scelto un soggetto che non mi riguardava direttamente, ma che mi guardava dritto negli occhi: la frontiera e la vita degli abitanti di Realdo, paese della provincia di Imperia, sperduto nelle Alpi Liguri e separato dal capoluogo Briga Marittima - La Brigue - comune francese dal 1947.
Sono nato a Sanremo, a 20 chilometri dalla frontiera francese. Dal 2001, studio, lavoro e vivo in Francia. Torno spesso a “casa”, a Sanremo, Marsiglia, o Realdo… Mi sento appartenere a tutti questi posti che per me sono familiari al di là di qualsiasi nazionalità o sistema politico. La non-chalance dei Realdesi mi ha sempre intrigato e stupito. Gli abitanti di questo borgo vivono tra due paesi, parlando due lingue diverse oltre al loro dialetto. Per i Brigaschi dei due lati, il ricordo del Rattachement di Briga alla Francia avvenuto nel 1947, è un momento doloroso che tuttavia, non ha impedito loro di costruirsi delle esistenze varie e complesse tra Francia e Italia. Proprio dopo il rattachement, quanti Realdesi hanno deciso di emigrare a Nizza ! La Francia liberata già dall’agosto ‘44 prometteva un migliore avvenire dell’Italia uscita distrutta dal ventennio fascista e dalla guerra. La Francia, però, si fermò a Briga, e la metà dei Realdesi decise così di partire oltre confine: solo pochi chilometri di sentiero, seguendo gli antichi cammini della transumanza fino a Nizza o Mentone.
Perché tanti anni fa ho deciso anch’io di lasciarmi Ventimiglia alle spalle ? All’epoca, non mi ritenevo né esule politico né lavoratore o studente transfrontaliero, come tante altre persone dell’Estremo Ponente ligure. Semplicemente, Nizza prima e Marsiglia poi erano le città più vicine a casa dove c’erano più cose da scoprire. La dimestichezza con la lingua e le amicizie hanno poi fatto il resto. Solo oggi, parlando coi colleghi italiani che vorrebbero realizzare dei film, mi rendo conto della differenza tra i due paesi, e di quanto sia difficile poter vivere di cinema in Italia. In ogni caso, quando cominciai le riprese nel 2008, la condizione e la storia dei Realdesi mi parlavano, e mi parlano tutt’ora.
Nonostante gli imbrogli amministrativi e l’arbitrarietà dei confini, la loro comoda bi-nazionalità è vissuta nella più grande normalità e con una certa dose di ironia. La storia un po’ grottesca della frontiera, ripresa dalla commedia La legge è legge ! con Totò e Fernandel, mi sembrava una buona entrata nel soggetto.
Nicola Farina