IL TRENO VA A MOSCA - La disillusione del "sogno" sovietico
E' realizzato quasi interamente con filmini 8mm d'epoca "
Il Treno va a Mosca", opera singolare realizzata da
Federico Ferrone e
Michele Manzolini, prodotto da VezFilm e Kiné Società Cooperativa in collaborazione con Cineteca del Comune di Bologna, Home Movies - Archivio Nazionale del Film di Famiglia, Apapaja e dalla Fondazione Culturale San Fedele di Milano. Un lavoro di montaggio, che ripercorre, con una velata nostalgia, la storia di una disillusione politica quella dell'anziano barbiere
Sauro Gravaglia, protagonista nel 1957 di un viaggio dal suo piccolo paese, Alfonsine, fino alla capitale dell'Unione Sovietica per "vivere" il festival mondiale della gioventù socialista.
Sauro ed i suoi amici, "armati" di telecamere, partono per raggiungere la meta dei loro sogni, quell'URSS disegnata come un Mondo fatto di pace, fratellanza, uguaglianza. Purtroppo per loro la realtà incontrata non è uguale al sogno. L'avventura di quel viaggio rimarrà sempre impressa nelle loro memorie come la fine di un'epoca, che la morte di Togliatti avrebbe sancito definitivamente.
Federico Ferrone e
Michele Manzolini costruiscono il loro viaggio della e nella memoria tramite il montaggio delle immagini d'archivio, scandite dal racconto, narrato dalla voce roca del protagonista
Sauro Ravaglia . Vi è un sapiente uso dei materiali d'epoca tanto, che a tratti "
Il Treno va a Mosca" sembra un vero e proprio film di finzione. I volti ed i paesaggi, i luoghi ed la storia uffiiciale e privata, entrano nel cuore dello spettatore, che si immedesima in questa avventura alla volta del sogno sovietico...
02/05/2014, 20:50
Simone Pinchiorri