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DAL PROFONDO - La vita a 500 metri sotto il livello del mare


DAL PROFONDO - La vita a 500 metri sotto il livello del mare
Miniera del Carbosulcis 500metri sotto il livello del mare. 150 minatori popolano ogni giorno i suoi cunicoli sotterranei. Una comunità di lavoratori che lottano quotidianamente con per la sopravvivenza e la propia dignità. Tra loro c'è anche una donna, Patrizia, l'unica in Italia. Per lei questo lavoro è una "missione", essendo nata e cresciuta in una famiglia di minatori. Per lei questo stare "sottoterra" è un confronto con il dramma familiare, che qui le ha portato via il padre. Ma è anche una lotta per il lavoro, perchè la miniera è a rischio di imminente chiusura ed, insieme ai suoi compagni, è pronta a dar battaglia con il Mondo che stà "sopra".

A descrivere questa complessa umanità "sotterenea" è Valentina Zucco Pedicini nel documentario "Dal Profondo", ribaltando la prospettiva "visiva" della vita. In un luogo dove i giorni sono tutti uguali, senza luce, tranne quella delle lampade, dove il tempo sembra essere fermo e gli unici rumori sono quelli prodotti dal "lavoro", vi è invece vita, vi è un gruppo di uomini che combattono con sè stessi, che arrivano ad occupare il luogo per preservare il loro posto di operaio specializzato.

La Pedicini si sofferma sui particolari, sui volti, sugli aspetti più bui della miniera, dove la poca luce crea dei piccoli affreschi come nelle primitive caverne. E' la cura della fotografia uno degli aspetti più "forti" di "Dal Profondo", realizzata dal bravissimo Jakob Stark, che già si era fatto apprezzare in "Guañape Sur" di Jànos Richter. Ma è, soprattutto, il racconto di una realtà sconosciuta attraverso l'occhio indiscreto della telecamera, che diventa essa stessa parte della miniera, a dare una "potenza" senza pari al documentario, a far "empatizzare" lo spettatore con quel Mondo sotterreneo e molto più vitale di quanto si pensi.

01/05/2014, 16:20

Simone Pinchiorri