CANNES 67 - La Masterclass di Sophia Loren
Mentre la
Croisette è in delirio per Marion Cotillard che con
Deux Jours, une nuit dei fratelli belgi Jean-Pierre e Luc Dardenne ha emozionato e conquistato i media e il pubblico del Festival che le ha tributato dieci minuti di standing ovation, è arrivata
Sophia Loren, la regina madre (80 anni il 20 settembre) di questa edizione dell’affermazione e valorizzazione delle donne.
Sotto gli occhi di cronisti e fotoreporter di tutto il mondo ha fatto la Montée des marches verso la Sala du Soixantième dove viene proiettato
Matrimonio all'italiana di Vittorio De Sica (restaurato dalla Cineteca di Bologna a cinquant'anni dalla realizzazione), preceduto da
La voce umana (La voix humaine), il testo di Jean Cocteau con cui si sono misurate Anna Magnani e Ingrid Bergman e che Sophia ha interpretato, diretta dal figlio Edoardo Ponti.
Nonostante la grande emozione riesce a raccontarsi. Estasiata innanzi alla gigantografia di Marcello Mastroianni "…che bello, c'è anche lui qui con me, ogni momento mi ricordo di quelli passati insieme e sono tantissimi, vent'anni della nostra carriera, tutti particolari, era un uomo straordinario con un grande senso dell'umorismo e quando arrivava la stanchezza si metteva a raccontare barzellette. Vent'anni di lavoro e divertimento".
Parlando del figlio Sophia dice “è un regista attento, meraviglioso, che punta alle storie più difficili". A lui ha regalato un'interpretazione che per lei era una sfida, "è un'attrice istintiva ma che prepara la parte come una pièce di teatro. Per lei era veramente un obiettivo", dice Edoardo. Quel monologo della donna abbandonata dall'amante, che spera di riconquistarlo ma poi è affranta quando capisce che è sconfitta, nella sua interpretazione, infiorettata da espressioni in napoletano, acquista una carica di sensualità e disperazione femminile drammatiche che è in sintonia con Matrimonio all’ italiana e fa pensare a Filumena Marturano di Eduardo.
Il film tratto dalla pièce di Jean Cocteau, è stato tradotto in napoletano e adattato da Erri De Luca che firma la sceneggiatura con Ponti. "Dall'inizio della carriera era un sogno - dice la Loren - l'avevo visto con la Magnani, mi ero detta che un giorno ci sarei riuscita anch’io. Una meta per tante attrici, ora ce l'ho fatta anch’ io".
Per la Masterclass la Sala Bunuel è strapiena e molti sono restati fuori. Nemmeno la concomitanza con un’attrazione eccellente, la prima di Adieu au language di Godard, non ha sottratto pubblico. Tra Jean-Luc e Sophia molti hanno preferito lei.
"Una lezione? Mica dovrò raccontare la storia del cinema dall'epoca dei Lumière - dice - mi faranno domande spero. Insomma mi arrangerò, come sempre". E’ stata una lunga ed emozionante escursione nel film della sua vita che ha interessato e ammaliato gli spettatori riscoprendo un’attrice oggi un tantino in disparte dalle luci della ribalta e scoprendo una donna vera, il suo carattere volitivo, il suo amore per la famiglia, attaccamento alla lingua napoletana che le era stata anche veicolo di successo.
“Interpretare La voce umana in napoletano, la mia lingua, mi ha dato una carica di energia. Ora sono pronta per altri progetti". Filo conduttore della conversazione condotta con non molta perizia dalla giornalista ed esperta di cinema italiano Danièle Heymann ha come filo conduttore i suoi film: da La tratta delle bianche, a La mia casa è piena di specchi (Miniserie TV), passando per i suoi lungometraggi topici: L’oro di Napoli, la Ciociara, Una Giornata particolare ed altri.
L’emozione le vela la voce quando parla di Mastroianni: “Marcello è nel mio cuore. Abbiamo lavorato insieme per 20 anni”. E’ fiera quando parla di De Sica, il suo primo maestro ed è arguta e gioiosa ricordando Marlon Brando, Charly Chaplin ed altri attori con i quali ha lavorato. “Sono molto fiera di questi 80 anni in quanto ho vissuto una vita che amo”. Su questa affermazione di vitalità e di entusiasmo e progetti per il futuro si chiude la master-class di due ore nella quale Sophia Loren ha mostrato la sua professionalità e ha “sedotto” il pubblico con la sua simpatia e carica di umanità partenopea.
22/05/2014, 19:13
Martine Cristofoli