Note di regia di "Pane e Burlesque"
L’idea del film Pane e Burlesque l’ho avuta qualche anno fa, per la precisione nel 2010. Avevo voglia di scrivere e girare per il cinema una commedia sullo stile di Full Monty, ma tutta al femminile. Volevo sperimentare sulla carta e a livello visivo il social-comedy, un genere che, nell’ultimo decennio, ha trovato molto spazio e riconoscimenti, soprattutto all’estero. Mi aveva sempre affascinato il mondo del Burlesque e il suo immaginario, legato a un meraviglioso universo femminile, dove bustini, calze e culotte dominano con charme, disegnando con eleganza la sfera dell’eros. La riscoperta delle donne di questo fashion and vintage world – composto non solo da lingerie, piume e paillettes, ma da molteplici aspetti creativi e originali – ha permesso alle donne di riappropriarsi del proprio corpo e dei segreti del fascino femminile; inoltre, le ha spinte a esprimere la propria sensualità tanto nella sfera privata quanto in quella pubblica, ovvero sopra un palco, davanti agli spettatori, finalmente senza le censure e i divieti imposti dai precedenti modelli culturali. Come ha scritto lo studioso americano Robert G. Allen, “il Burlesque, come forma culturale, ha creato dei modelli di rappresentazione di genere che hanno cambiato per sempre il ruolo della donna e, in seguito, hanno influenzato il suo ruolo sullo schermo”. Il mio intento, tuttavia, non era esclusivamente quello di realizzare un film sul Burlesque e su ciò che esso rappresenta: volevo raccontare la realtà italiana, la crisi economica e di identità che stiamo affrontando, con le sue difficoltà e le nuove sfide con le quali ognuno di noi è chiamato a cimentarsi. Soprattutto, volevo dar voce al mondo femminile e al ruolo della donna all’interno della famiglia e della società contemporanea, rivelandone le fragilità e le potenzialità. Per questo motivo, ho cercato di raccontare delle donne vere, forse goffe ma senza dubbio coraggiose, che si rimboccano le maniche e scommettono sulle loro capacità, superando ostacoli e difficoltà, prendendo in mano le redini della propria vita. Sono donne che affrontano le sfide senza tirarsi mai indietro, compiendo scelte controcorrente ma credendoci sempre, fino in fondo. E proprio grazie al Burlesque, ognuna di loro riuscirà a riscoprire se stessa, trasformando i punti deboli in punti di forza, e riuscendo a riscattare il proprio destino in un paese del Sud Italia che fa i conti con la crisi e la chiusura delle fabbriche.