Fondazione Fare Cinema
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BIOGRAFILM FESTIVAL - "Saluti da Miran"


Ad oltre 20 anni di distanza, Giampaolo Penco ha montato i preziosi filmati girati dal reporter di guerra Miran Hrovatin in un documetario a lui dedicato


BIOGRAFILM FESTIVAL -
Miran Hrovatin con Ilaria Alpi
“Con Miran ho fondato una società di produzione televisiva di Trieste, la Videoest, e con questo film ho voluto realizzare un tributo alla figura di uomo che ha perso la propria vita per documentare gli orrori della guerra e della violenza” ricorda il regista.

Miran Hrovatin fu ucciso a Mogadiscio, in Somalia, nel 1994, insieme alla giornalista del TG3 Ilaria Alpi, mentre indagava su un traffico d’armi e rifiuti tossici illegali. “Eppure quella di Ilaria e Miran sono due storie molto diverse, i due si erano conosciuti da appena una ventina di giorni”, aggiunge Penco. Il titolo del breve film prende spunto da una cartolina, che appare nella scena iniziale del film, inviata da Miran ai suoi colleghi. “In verità ne mandava tante, le interviste agli amici sono in sostanza una risposta a quei saluti”, precisa il regista.
Così il documentario, lineare e d'ottima fotografia, non è un’inchiesta giornalistica per scoprire la verità quanto piuttosto un viaggio esperienziale che unisce istantanee di Miran e della sua allegria contagiosa che si diffonde tra la folta barba, al racconto intimo di amici, colleghi e parenti su un uomo generoso e di grande professionalità che non si separava mai dai suoi obiettivi e pellicole. Ma anche il ricordo di come l’arrivo della notizia della sua morte fu un colpo durissimo per tutti visto che giunse a poco tempo di distanza dalla tragedia di Mostar.

Sullo sfondo le immagini tratte dalle sue macchine fotografiche e la telecamera a testimonianza di conflitti dimenticati troppo in fretta. Prima durante gli anni interminabili della guerra fratricida nelle terre balcaniche, in mezzo ad un campo, con l'auto in panne e sotto il bersaglio di cecchini di non si sa di quale parte, e poi in Somalia nel pieno di una guerra civile che durava dal momento della caduta di Siad Barre. La mattina della partenza per Mogadiscio, sulla soglia di casa, Miran aveva tranquillizzato sua moglie: «È un viaggio breve, solo sei giorni poi ritorno...”.

11/06/2014, 16:34

Monica Straniero