Note di regia di "Se Chiudo gli Occhi Non Sono Più Qui"
Se chiudo gli occhi non sono più qui rappresenta per me, dopo 5 anni di gestazione, una scommessa rivoluzionaria: con Marco Piccarreda lo abbiamo scritto come un film di finzione (19 stesure di sceneggiatura) e l’ho girato poi come un documentario. Il protagonista, Kiko, è interpretato da un adolescente di origini filippine, Mark, scelto fra centinaia di coetanei. Con lui abbiamo lavorato 5 mesi prima delle riprese, addestrandolo a non fare nulla che non sentisse vero, investendolo del compito di modificare movimenti, battute, dinamiche, purché gli corrispondessero. Intorno a lui si è mossa una macchina a spalla sempre disponibile ad essere sorpresa, spiazzata, sfidata.
La condizione di orfano per Kiko è un dato di fatto narrativo ma è anche una metafora della sua generazione. Kiko vive la sua adolescenza oggi, in un’Italia dove padri e nonni hanno sottratto la speranza di futuro a figli e nipoti.
Kiko si trova non solo senza padre, ma anche senza maestri credibili in grado di aiutarlo a trovare la strada. Nessuna delle persone che si occupano di lui, compresa la madre, è capace di sognare con lui. E nessuno può crescere se non viene sognato. Kiko sente di essere in balia di un pianeta ingiusto. E non può fare a meno di aggrapparsi alla nostalgia di papà Jacopo, l'unica persona ad avere creduto in lui. Da suo padre ha ereditato una situazione economica disastrosa, ma anche un tesoro: l’istinto di alzare gli occhi al cielo e confrontarsi con la grandezza. Sarà grazie ad Ettore, un anziano maestro “sovversivo e greco” che Kiko imparerà a sperare e a lottare.
Se chiudo gli occhi non sono più qui è un film sull’avventura della conoscenza, sulla potenza esplosiva che deflagra quando il sapere entra in contatto con la vita e il bisogno profondo di interrogarci intorno ad essa. Per questo è un film pieno di ottimismo, che crede nella trasformabilità della vita a partire dal sapere; anche nel giorno in cui, sulla terra, dovessero scomparire tutte le scuole, tutte le accademie e tutte le università.
Vittorio Moroni