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VENTO DEL NORD - Isabella Ragonese e "La Sedia della Felicità"


Ospite al Festival di Lampedusa con La sedia della Felicità di Carlo Mazzacurati, l'attrice palermitana è una convinta sostenitrice dei festival come mezzo per proporre e riproporre i film della stagione anche durante l'estate. Una passione per le opere prime che possono sempre riservare, come quest'anno, parecchie sorprese e che hanno bisogno di una promozione "speciale". L'intervista completa.


VENTO DEL NORD - Isabella Ragonese e
Isabella Ragonese in "La sedia della Felicità"
Isabella Ragonese accompagna il film di Carlo Mazzacurati in un'estate dedicata ai festival. "La Sedia della felicità", con Valerio Mastandrea e Giuseppe Battiston, è una commedia leggera, ultimo film del regista prima della scomparsa, che malgrado la situazione in cui è stato girato mostra divertimento e leggerezza.

"Il divertimento del film è vedere come tutti gli attori siano entrati in questo gioco perché Carlo voleva far un film divertendosi. E si vede che gli attori ridono sotto i baffi per i loro ruoli strampalati con i cammei simpatici di molti amici; è stata una vera festa" dice Isabella Ragonese "Chi lo vede sembra uscire più leggero, Carlo è riuscito a fare una commedia usando degli ingredienti che fanno ridere tutti, un film democratico in cui fa ridere non solo la battuta ma anche situazioni e la storia stessa che ha un finale aperto e gioioso. È la cosa più bella di questo film la leggerezza quasi infantile, nello stupirsi e raccontare di uomini veri che non sono perfetti ma un po' disgraziati ai quali vuoi subito bene. Tutti i suoi personaggi erano così, sempre visti con affetto".

Questo è un film di un regista affermato, hai avuto occasione di presentarlo spesso in giro?

"Anche con "La sedia..." ho fatto un tuor ad aprile nei cinema dove andava spesso anche Carlo, tipo Pordenone. Sale cinematografiche che vanno scomparendo, un pericolo per noi che facciamo cinema e per gli spettatori; alcuni film che non hanno spazio nelle multisale possono trovare spazio solo in piccole sale dei centri storici. Così anche i festival, dalle grandi vetrine internazionali, ma anche le realtà più piccole che resistono con difficoltà, sono occasione di fidelizzare il pubblico. In estate sono un'alternativa e danno la possibilità di recuperare sotto le stelle, nelle arene, i film perduti in inverno; una dimensione che ti fa apprezzare di più il film stesso". "Sono stata anche in festival giovani e quelli già radicati nel territorio; come per i registi bisogna dare il tempo per affermarsi, senza raginare a livello di incasso o risultati immediati".

Tu hai fatto anche molte opere prime che hanno di sicuro bisogno di uno sforzo extra

"Sì, sono tra quelle attrici che avendo fatto anche molte opere prime che hanno bisogno di una promozione speciale, sono andata un po' dovunque a presentarli, questo serve, secondo me, al cinema italiano. Questo è stato un anno molto buono per le opere prime, io ho iniziato da subito a farle come "Dieci inverni" che è stato un vero caso. Ma qualche anno fa erano qualcosa che si faceva "a perdere", mentre ora si fanno premiando di più le idee. Nella crisi che c'è questo mi sembra un momento positivo per inventare delle cose, e quest'anno avevano uno stile preciso e un'idea dietro. E hanno avuto successo anche perché sono perché sono stati tenuti a lungo nelle sale".

Molte di queste opere prime sono commedie. Come ti spieghi questo tipo di scelta?

"Con la commedia il nostro cinema si è sempre espresso, ma la cosa importante è che non siano solo battute fine se stesse, ma devono dare anche qualcosa su cui riflettere. II valore di catarsi dei film drammatici, posso capire che fa paura, ma per me, ad esempio, ha avuto sempre un valore che ti fa effetto personale. È giusto promuovere film che non siano solo commedia, i drammi aiutano a capire la vita. In teatro ho fatto alcuni laboratori con ragazzi adolescenti e ho notato con particolare soddisfazione che la tragedia greca serviva loro a capire che i drammi personali erano sempre esistiti, vedevano sublimata nell'arte la loro personale situazione".

Cosa hai in preparazione?

"Andrò al Festival di Montreal con "Una storia sbagliata" il film di Gianluca Tavarelli, dal 22 al 25 agosto. Presto girerò un film tv sulla storia di Altiero Spinelli e "I ragazzi di Ventotene", poi l'opera seconda di Giorgia Cecere, (titolo provvisorio Un posto bellissimo). Mi fa molto piacere tornare a lavorare con una persona con cui abbiamo formato un bel gruppo durante il primo film, si è creata una specie di compagnia teatrale".

07/08/2014, 10:31

Stefano Amadio