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Note di regia di "Enrico Lucherini - Ne Ho Fatte di Tutti i Colori"


Note di regia di
Girare Enrico Lucherini – Ne ho fatte di tutti i colori è stato un grande privilegio ed un immenso divertimento.

Avere accesso ad Enrico Lucherini e al suo mondo, ha significato, infatti, entrare in contatto con uno dei grandi protagonisti della Storia del Cinema italiano: un intellettuale riluttante, uno stratega della comunicazione, un osservatore divertito e divertente, e – soprattutto - una personalità fuori dagli schemi che da oltre mezzo secolo si diletta a raccontare bugie a scopi promozionali, a costruire carriere indimenticabili, ad aiutare con generosità e passione i protagonisti di quel mondo del cinema di cui lui è parte ed espressione, a lanciare dei film di cui comprende in pieno, come il migliore dei cineasti, qualità e difetti, punti di forza e debolezze.

Personalmente non sono mai stato molto interessato alla cosiddetta ‘Lucherinata’ in quanto tale, ovvero alla notizia inventata, eccessiva e sopra le righe in grado di catturare l’attenzione dei media per lanciare un personaggio oppure un film.
Ad attirarmi di Lucherini sono stati il suo spirito e la sua capacità di controllare sempre la scena su cui si trova. Un grande comunicatore con l’esperienza dell’attore, l’istinto del filmaker, il razionalismo del medico che non è diventato, e la passione dello spettatore, capace di immaginare idee nuove per fare il suo lavoro in maniera unica, affabulando sé stesso e gli altri.

Questo non è un documentario sul più grande press agent italiano. O almeno non solo.

È un viaggio dietro le quinte dello spettacolo italiano, accompagnati dalla migliore guida possibile.

È come entrare nella caverna di Prospero il colto e nobile mago della Tempesta di Shakespeare, il giorno in cui ha deciso di rompere la bacchetta e di lasciare la scena, rivelando così allo spettatore tutti i suoi incantesimi.

Ed è anche un viaggio nel retroscena del teatro di Mangiafuoco, il grande burattinaio che saldamente tiene in mano i fili delle vite e delle storie dei suoi burattini.

Ne ho fatte di tutti i colori è, però, soprattutto un film su un grande talento di cui non basterebbe una vita intera per raccontarne le gesta lecite e perfino quelle inconfessabili.

Questo, però, è anche un film su un protagonista la cui più grande trovata come ha scritto Giuseppe Tornatore, è stata, in fondo, quella di inventare “sé stesso”.


Marco Spagnoli