IO STO CON LA SPOSA - In viaggio per la libertà
Khaled e Gabriele, rispettivamente poeta palestinese siriano e giornalista italiano, incontrano a Milano cinque palestinesi e siriani sbarcati a Lampedusa in fuga dalla guerra. Decidono di aiutarli e organizzano loro un viaggio clandestino verso la Svezia. Per evitare di essere arrestati come contrabbandieri, Khaled e Gabriele mettono in scena un finto matrimonio coinvolgendo un'amica palestinese che si travestirà da sposa, insieme ad un gruppo di amici siriani e italiani che si travestiranno da inviati. Tutti insieme attraverseranno mezza Europa, in un viaggio di quattro giorni e tremila chilometri.
Partendo da un episodio di pura e banale casualità, Gabriele e Khaled, insieme all'amico e collega Antonio, hanno dato vita ad un film che è compimento e realizzazione di un itinerario totalmente improvvisato, con pochi mezzi e sicurezza alcuna. Un percorso iniziatico, oltreconfine, carico di simbolismi, emozioni e verità, da cui emerge l'intento di raccontare una bella storia, di solidarietà e amicizia, piuttosto che di denuncia. Un'esperienza collettiva, di "disobbedienza civile", quella del viaggio, ma anche e, soprattutto, quella del film che, pur non rinunciando alla palese costruzione dell'artificio (la messa in scena del matrimonio), mantiene fede all'obiettivo di riprodurre una storia realmente accaduta sulla strada da Milano a Stoccolma, tra il 14 e il 18 novembre 2013.
Prodotto da Gina Films, Doc Lab e 2617 Produttori dal Basso,"
Io sto con la sposa" è distribuito, momentaneamente in ventitré copie, da Cineama, il cui amministratore delegato
Terenzio Cugia di Sant'Orsola ha tenuto a precisare: “Questo è il primo film distribuito da Cineama, ci siamo lanciati controtendenza in un momento molte distribuzioni di film di qualità stanno chiudendo. Questo film sposa un po' tutte le idee da cui è nato Cineama, che ha origine sul web, grazie al contatto tra pubblico e innovatori. È importante creare il pubblico quando l'opera è in fase di costruzione e quindi promuovere la ricerca di un pubblico di nicchia, che possa sposarsi con il film stesso. I"
o sto con la sposa" è nato dal basso, proprio come noi”.
Sulla genesi del film e sulla messa in atto del viaggio,
Antonio Augugliaro ha spiegato: “Tutto è nato dall'esigenza di fare qualcosa, dopo il periodo dell'11 ottobre 2013. Gabriele e Khaled hanno conosciuto Abdal, protagonista del film, che ha chiesto loro quando sarebbe partito il treno per la Svezia e gli ha raccontato cos'era successo l'undici ottobre. Un po' per scherzare è venuta fuori l'immagine della sposa che unisce i popoli, e da lì a due settimane siamo partiti”.
Per
Gabriele Del Grande: “Il film non si stacca mai dalla sua genesi. Non siamo stati mesi a scrivere ma, dopo aver conosciuto Abdal, ci siamo innamorati di un'idea. Innamorati di questa idea, abbiamo fatto tutto in poco tempo, perché loro cinque dovevano arrivare in Svezia il prima possibile. Tutti e cinque erano in linea con il progetto. Abdal ci ha detto che voleva venire con noi per raccontare la sua storia e quello che ha vissuto in mare, un mese dopo il naufragio. Non abbiamo avuto intenti di denuncia, ma abbiamo provato a far vivere in quattro giorni un mondo e un'amicizia possibili”.
“La cosa più strana è stata proporre il documentario ai centri di accoglienza” - ha successivamente concluso Antonio – La prima versione dei film era di due ore e venti, poi l'abbiamo sforbiciato e ogni taglio era un taglio ad un pezzo di memoria. Prima di partire abbiamo fatto una sorta di canovaccio. Conoscevamo personaggi e posti per poter creare uno sfondo e abbiamo pensato che, montato bene, avrebbe potuto rendere”.
07/10/2014, 16:58
Margherita Pucello