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FESTIVAL DI ROMA 9 - "Last Summer", incontro con il regista


Presentato, nella sezione Prospettive Italia, il film di Leonardo Guerra Seràgnoli, prodotto da Cinemaundici Jean Vigo Italia Essentia. Nelle sale dal 30 ottobre con Bolero Film.


FESTIVAL DI ROMA 9 -
Un'immagine di "Last Summer" di Leonardo Guerra Seràgnoli
In occasione dell’incontro stampa per la presentazione di "Last Summer" , il regista ha spiegato la genesi del suo film: “La collaborazione parte da una sceneggiatura co-prodotta con l’America che però non è andata a buon fine. L’incontro con Banana Yoshimoto ha portato ad una nuova stesura, più orientata all’essenzialità della storia. L’idea del soggetto è nata da un’esperienza che risale a quattordici anni fa. Una donna, seduta sul divano di casa dei miei genitori, ci raccontò piangendo che il marito gli stava portando via i figli. Questo ricordo, rimosso per molti anni, è poi riapparso fino a svilupparsi interiormente e trasformarsi nel soggetto di "Last Summer". Inoltre, mio padre è stato sempre legato alle pratiche e alla cultura giapponesi quindi, unendo entrambi i fattori, mi sono cominciato a chiede cosa avrebbe fatto una madre se avesse lasciato i propri figli”.

Successivamente abbiamo chiesto all’attrice protagonista, Rinko Kikuchi, com’è stato girare interamente il film su una barca: “Non c’era un posto dove scappare, era come stare in prigione. Tuttavia era perfetto per il mio ruolo e questa situazione così estrema si adattava completamente al personaggio che avrei dovuto interpretare”.

Ha poi preso la parola Sergnoli, rispondendo anche lui al medesimo quesito: “È stata una convivenza forzata, tutto si mischiava e il cast condivideva un unico posto. Credo che tutto ciò mi abbia aiutato molto ad adattare l’esperienza reale e claustrofobica alla storia, proprio perché ogni attore e membro dello staff poteva trarne ispirazione”.

Alla domanda su com’è stato costruire il personaggio della madre, Rinko ha risposto: “Io non so ricordare una situazione simile, su una barca (ride). Mi sono concentrata molto sulle scene e sui dialoghi con il bambino. Io non ho figli e, proprio per questo, mi sono chiesta possa essere doloroso lasciare un figlio e ho cercato di approfondire questo punto”.

Da punto di vista della sceneggiatura, Igort, che insieme a Seràgnoli ha scritto la sceneggiatura, ha parlato del suo rapporto con il cinema e la scrittura: “ Il rapporto tra me ed il cinema è molto forte. Ora scrivo e disegno quaderni giapponesi e vado e vengo dal Giappone in continuazione. Io mi definisco un raccontatore vedente, rispetto a molti dei miei colleghi. Alcune mie idee diventano fumetti, altri film, altri ancora libri. Tutto sta nel cosa e come vedo quello di cui poi vado a raccontare”.

Infine, abbiamo domandato al regista se avesse seguito uno schema preciso e quali fossero stati, eventualmente, i suoi “punti di riferimento”: “Non ho avuto uno schema precostituito. Amo molto Bergman e quello stile che mette al centro la storia e i personaggi, e che quindi si costituisce in base al racconto e al come renderlo. La scelta di non avere dei punti di riferimento precisi era per focalizzare la storia su quel preciso luogo e, quindi, sulla barca”.


Immagini e montaggio Andrea Santocco


17/10/2014, 18:10

Margherita Pucello