FESTIVAL DI ROMA 9 - Esercizi Elementari di Giuseppe Piccioni
Il documentario attesta e racconta il lavoro di un regista e di un gruppo di allievi dell’
Accademia Silvio D'Amico alle prese, per la prima volta, con un’esperienza molto vicina a quello che può accadere su un vero set di cinema.
Giuseppe Piccioni, grazie al montaggio di
Esmeralda Calabria, ha selezionato i momenti essenziali di questo esperimento. Ognuno dei ragazzi si è trovato a dover provare e riprovare la medesima parte, scambiandola e, allo stesso tempo, essendo circondati da macchine da presa, elettricisti, riflettori e tutto ciò che ci può essere all’interno di un set.
Giuseppe Piccioni ha spiegato gli intenti e la gestione di questo documentario, soffermandosi poi sull’aspetto della recitazione: “Non ci sono vicende private se non quelle che traspaiono dalle brevissime interviste. Gli esercizi si basano su alcune scene elaborate dagli allievi registi. L’obiettivo è stato quello di trovare il suono di una parola, l’esattezza e la necessità di un gesto attraverso gli errori e sempre, attraverso gli errori, avvicinarsi ad una soluzione. Spesso si scopre come nel tentativo di sembrare sinceri, di fingere una naturalezza, il risultato sia solo simulazione, falsità o, al contrario, come proprio recitando si possa invece procurare un’impressione di verità. Molte volte un attore molto timido, quando poi si ritrova a dover interpretare una parte, riesca a dare il meglio di sé più di un altro. Non è stato facile per i ragazzi avere a che fare con me che avevo spesso fretta di chiudere una scena. Ho riproposto loro quella stessa tensione, approfondendo il rapporto tra regista e attori alle primissime armi. Più che raccontare le storie attraverso dei brevi corti, ho pensato di filmare il lavoro svolto. Non si tratta di un semplice resoconto, ma di un racconto che procede per salti, suggestioni che eludono l’andamento cronologico e che sottolineano lo scarto minimo tra l’errore e la soluzione”.
Sull’importanza di una preparazione tecnica a fronte delle nuove forme di linguaggio e del progresso tecnologico, Piccioni ha commentato: “È difficile dire una parola determinante. Credo che esistano tante strade per diventare attori, forse alcune troppo casuali. Credo che le scuole e le accademia siano un’occasione significativa, perché permette occasioni maggiori di confronto all’interno di un gruppo. Sicuramente il digitale favorisce un’educazione al linguaggio più diretta”.
Infine, riguardo ai microformati e nuovi formati rapportati al ruolo dell’attore, il regista ha rivelato: “Io appartengo alla generazione formata coi romanzi, del personaggio e della. Ci sono soluzioni creative che devono essere interessanti e c’è un grado di possibilità più elevato rispetto alla classica sceneggiatura, ma tengo ancora molto alle parole. Da ragazzo, quando ero al cinema, mi scrivevo le battute. Diciamo che con questi formati ci convivo, ma in maniera disordinata."
22/10/2014, 13:58
Margherita Pucello