Note di regia de "La Foresta di Ghiaccio"
Il vento freddo soffia senza sosta, facendosi largo tra gli abeti, scavando nella roccia scura, invadendo la sconfinata foresta sommersa dal ghiaccio.
Decidere di ambientare questa storia tra le montagne e le impenetrabili foreste ghiacciate è stato un passaggio successivo alla composizione della drammaturgia. Quando la magnificenza della montagna è apparsa davanti ai miei occhi, non ho avuto più nessun dubbio e ho pensato che fosse questo il palcoscenico perfetto per questa favola nera.
Un luogo dove la natura è più forte della volontà e dei desideri dell’uomo.
Dove il dolore e il senso di colpa si fondono con l’urlo violento della tempesta.
Un’impenetrabile barriera di cemento avvolta nella notte. Una diga che divide il tempo. Ho sempre amato le zone di confine, dove lo spazio si fonde fra cielo e terra e muta asseconda dello sguardo.
Dove l’attesa si trasforma in bisogno.
La foresta di ghiaccio è come una grande ragnatela che lentamente si scioglie diventando neve e vento, fino a fondersi con la tempesta del peccato e con il furore della vendetta.
E quando la notte sembrerà infinita, quando nel buio bruceranno le colpe del passato: improvvisamente tornerà il giorno.
Questa storia parla di vendetta, di amore e odio, di amicizia e tradimento, ma anche di senso di appartenenza, qualcosa che forse non ha più a che fare con i nostri giorni.
Claudio Noce