Note di regia del film "Eva Braun"
Eva Braun è la storia di alcuni personaggi che vivono in Paese segnato e colpito da scandali politici e sessuali. E’ il racconto delle macerie lasciate dai Potenti e nelle quali si devono muovere persone che adesso non hanno più scelta: per avverare i propri sogni, bisogna mettere in gioco la propria anima. E il proprio corpo.
Eva Braun è un film che prende spunto dalla realtà contemporanea per reinterpretarla attraverso una lente metafisica e al contempo umanista.
E’ la storia di un’educazione alla vita, attraverso i compromessi e gli slanci di speranza che ogni percorso individuale incontra.
E’ il racconto di un uomo che assicura il raggiungimento dei propri ideali e in cambio chiede solo amore. Seppure sotto una forma disperata e cruenta.
Cinque persone hanno una passione, un sogno, un’ambizione che giustifica il loro esistere, il loro solo respirare. Per raggiungere questa meta alta e necessaria, sono disposte ad accettare qualsiasi prova. Pier, incarnazione dell’uomo dei sogni, del potente che può cambiare l’esistenza delle persone comuni, prometterà ai cinque protagonisti quello che cercano.
Il film è costruito su una narrazione a frammenti, quadri, istantanee della vita personale dei cinque protagonisti, dei loro ideali e delle loro frustrazioni quotidiane, che si mescolano con le giornate che passeranno insieme a Pier, tra confidenze intime e un’educazione sentimentale alla vita che passerà attraverso perfomance sessuali e messe in scena della depersonalizzazione dell’anima. Perché bisogna perdersi, annullarsi, per poter rinascere ed essere come si vorrebbe. Perché, come accade nell’opera di De Sade, l’annullamento dell’identità tramite la mortificazione del corpo, è il prezzo da pagare quando ci si piega al Potere.
Eva Braun è un concerto per piano che sfocia in una canzonetta pop. E’ il luogo dove ascolti Beethoven, ma sai tutto di Amy Winehouse. E’ il Paese dove violenti i sogni di una bambina e poi ne avveri i desideri. E’ la battuta scherzosa che gela il sangue più di qualsiasi condanna a morte.
Simone Scafidi