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LA SCUOLA PIU' BELLA DEL MONDO - Se lo dicono loro...


Terza commedia della stagione, ma il livello non sale di un centimetro. Grossi limiti di sceneggiatura, di idee e di coraggio per il nuovo film di Luca Miniero che sembra appiattito sul gusto di produttori, distributori e pubblico. Con Christian De Sica, Rocco Papaleo, Angela Finocchiaro e Miriam Leone. Un viaggio da Acerra verso un improbabile "Chiantishire" per riavvicinare le macchiette degli italiani. Dal 13 novembre al cinema con Universal


LA SCUOLA PIU' BELLA DEL MONDO - Se lo dicono loro...
Papaleo, Finocchiaro, Leone, De Sica
Prendi il regista di commedie campione d'incassi, prendi l'attore re dei film di natale, prendi il comico del momento, prendi l'attrice di riferimento delle commedie del "nord", e mettici anche una ex miss Italia, l'incasso sarà assicurato ma non è affatto detto che venga fuori un bel film.

Ed è proprio il denaro, e la semplicità dello spettatore medio italiano (che non ricorda quanto era brutto il film dello scorso anno, e ci torna) che a conti fatti determina la scarsa qualità dei nostri film, a parte quattro o cinque all'anno. Dagli sceneggiatori agli attori, fino al regista sembra che tutti si siano dimenticati come far bene un film; scrivendo una sceneggiatura originale e che funzioni, interpretando personaggi e dialoghi credibili, dirigendo limitandosi al meglio senza strafare. E da persone come Luca Miniero, che è di sicuro persona acuta e di talento, Christian De Sica che non sarà Vittorio ma potrebbe essere un bravo attore, Rocco Papaleo, artista vero e capace di andare oltre macchiette e maschere, ci si aspettava qualcosa di più.

"La scuola più bella del mondo" è come un seguito di "Io speriamo che me la cavo" con i piccoli napoletani degli anni 80 che, senza perdere abitudini e caratteristiche, fanno le scuole medie e vanno in gita in Toscana a far incontrare due "civiltà" (ovviamente sostenendo che la loro è migliore e imponendola con la prepotenza al resto dell'umanità).
Il tutto raccontato con pesanti sottolineature e didascalie (anche sotto forma di disegni animati), con gli attori che si sbellicano delle loro stesse battute mentre in sala nessuno accenna a un sorriso.

Il nuovo film di Luca Miniero, scritto con Daniela Gambaro e Massimo Gaudioso, incasserà parecchio. Ma non c'è accenno di storia se non una serie di equivoci provocati dalla stoltezza dei personaggi. Il resto, il cambiamento dei ragazzi e degli insegnanti, il rapporto tra le persone, è abbozzato e superficiale, mentre si cerca di essere graffianti e politicamente scorretti abbondando in parolacce e puerili disegni sconci, con la parola "negro" ripetuta all'infinito per sentirsi trasgressivi.

Ma chi ci casca più? Anche gli spettatori un giorno si sveglieranno e, come già fanno, fuggiranno dalle sale che proiettano nostri film per riempire quelle degli americani. Ma del resto a quel punto, chi ha fatto questi film vivrà tranquillo e se ne infischierà che la cinematografia italiana, a parte quattro o cinque all'anno, sarà scomparsa.

06/11/2014, 19:38

Stefano Amadio